27/12/2012 - 16:00

Natale: a tavola vince il menù tricolore

Secondo la Cia, le feste segnano il crollo delle mode esotiche in cucina, mentre trionfa il prodotto nazionale. Gli alimentari sono l'unica voce di spesa che "tiene", mentre si tagliano regali e vacanze. Champagne solo per un consumatore su venti. "Boom" della vendita diretta in campagna e nei mercatini allestiti dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali.
Le tavole casalinghe di Natale rigorosamente "made in Italy". A vincere anche quest'anno, infatti, saranno i "banchetti" in famiglia con prodotti legati alla tradizione e al territorio. Fatte fuori le mode esotiche e ridotti all'osso viaggi e vacanze, ben 9 italiani su 10 hanno deciso di trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici e di cancellare i menù esterofili, prediligendo portate "tricolori" nel 78 per cento dei casi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Certo la crisi si fa sentire e le tredicesime sono già tutte impegnate sulle scadenze fiscali di fine anno. Ma gli italiani preferiscono tirare la cinghia su regali (-9 per cento) e viaggi (-4 per cento), piuttosto che rinunciare alla classica tavola natalizia (+1 per cento). Secondo i nostri dati -spiega la Cia- quest'anno solo il 19 per cento degli italiani accorcerà il budget per cibo e bevande, mentre ben l'81 per cento lascerà praticamente inalterata rispetto al 2011 la spesa per il cenone della Vigilia e quella per i pranzi di Natale e di Santo Stefano.

Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 141 euro per imbandire le tavolate delle festività alle porte -osserva la Cia-. Con una spesa complessiva stimata in 1,6 miliardi di euro per il solo pranzo di Natale e intorno a un miliardo per il cenone del 24 dicembre. Ma gli acquisti saranno comunque più attenti, con il 64 per cento delle famiglie che con la crisi farà più attenzione agli sprechi alimentari a Natale, adottando "trucchi" ai fornelli per "riciclare" gli avanzi natalizi e fare cucina di recupero per non buttare via niente. Niente spese folli, comunque: salmone, ostriche, frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre sarà un trionfo di prodotti e specialità enogastronomiche legate al territorio e alle tipicità regionali: ragù, bollito, tortellini in brodo, torte rustiche e dolci artigianali.

E poi ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con il 95 per cento dei brindisi "tricolori" e una netta prevalenza nei gusti di quello dolce (59 per cento delle preferenze) rispetto ai secchi e "brut" (36 per cento) -aggiunge la Cia- mentre soltanto un italiano su 20 sceglierà le bollicine "made in France". A crescere quest'anno sarà anche la "spesa in campagna", con un incremento del 10 per cento rispetto al 2011 -prosegue la Cia-. Sono milioni gli italiani che in questi giorni si stanno recando nelle aziende agricole che fanno vendita diretta e nei mercatini allestiti in questi giorni dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali. Una scelta che premia non soltanto la qualità, la tipicità, la freschezza e la salubrità dei nostri prodotti agricoli, ma alleggerisce lo scontrino. Nelle aziende agricole, infatti, si acquista a prezzi molto più contenuti rispetto a quelli praticati da supermercati e centri commerciali, con un risparmio che può arrivare fino al 30 per cento. In particolare -conclude la Cia- la spesa alimentare delle feste natalizie sarà così ripartita: carni e salumi (18,5 per cento); pesce (11,8 per cento); pasta e pane (14,2 per cento); formaggi e uova (13,1 per cento); ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (15,3 per cento); vini, spumanti e altre bevande (14,7 per cento); pandori, panettoni, torroni e dolci in generale (12,4 per cento).   
Marilisa Romagno
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