01/01/2013 - 01:00

Boom spumante italiano in Russia: le vendite aumentano del 166%

Periodo d'oro per il commercio estero che conferma ottime prospettive di crescita per il Made in Italy alimentare. Secondo una stima di Coldiretti, aumentano del 166 per cento le bottiglie di spumante italiano consumate in Russia e non solo: per imbandire le tavole delle festività natalizie la spesa prevista all'estero ammonta a 2,2 miliardi di Euro in prodotti del settore Food and Beverage italiano: vini, spumanti, grappa, liquori, panettoni, formaggi, salumi e pasta. Resta il problema della tutela nei confronti dell'"agropirateria" internazionale e della riduzione della filiera dal campo alla tavola a sostegno delle esportazioni delle imprese agricole, dove si registrano ancora quotazioni al di sotto dei costi di produzione.
 
La stima di Coldiretti riferita alle vendite di spumante in Russia di un aumento del 166 per cento si basa sui dati del commercio estero relativi ai primi nove mesi dell'anno dell'Istat. Sui mercati extracomunitari l'aumento delle esportazioni di spumante italiano nei primi nove mesi del 2010 è stato del 25 per cento con una crescita del 9 per cento anche negli Stati Uniti, primo mercato di sbocco extracomunitario. Questi risultati trainano l'intero settore dei vini, la principale voce dell'export agroalimentare nazionale, che potrebbe sfiorare i 3,5 miliardi di euro a fine anno.
 
Tanti altri prodotti Made in Italy sono apprezzati e richiesti all'estero per deliziare i palati durante le prossime festività natalizie. Tra questi ci sono i dolci nazionali della panetteria, della pasticceria o della biscotteria, in particolare il panettone per il quale si stima un consumo all'estero di 10 milioni di pezzi, una quantità più che raddoppiata negli ultimi vent'anni. Ottimi risultati anche per l'esportazione di formaggi italiani, primi tra tutti il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 13 per cento e una stima riguardante il mese di dicembre di 130 milioni di euro spesi all'estero per gustarli. Si mangerà anche molta pasta italiana per un importo superiore a 150 milioni di euro che sancisce il primato nazionale a livello mondiale nella produzione e nell'esportazione del prodotto. 
 
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti dalle esportazioni di prodotti del settore Food and Beverage italiano, resta il problema della lotta all'"agropirateria" internazionale che utilizza impropriamente il valore aggiunto del Made in Italy attraverso nomi, immagini, riferimenti a località e ricette per prodotti che sono imitazioni e che nulla hanno a che fare con la realtà nazionale. All'estero, secondo una stima effettuata da Coldiretti, il falso Made il Italy a tavola fattura 50 miliardi di euro e sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo assieme all'Asiago e al Gorgonzola, al Chianti, alla soppressata calabrese, ai pomodori San Marzano e a tante altre specialità d'Italia. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che ruba spazio nel mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili
 
Un ulteriore problema da risolvere è la riduzione della filiera dal campo alla tavola a sostegno delle esportazioni delle imprese agricole, dove si registrano ancora quotazioni al di sotto dei costi di produzione. La Coldiretti sta promuovendo un progetto per una filiera agricola tutta italiana con l'obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, mercati degli agricoltori di campagna amica, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.
Mara Giuditta Urriani
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