01/01/2013 - 01:00

Made in Italy: serve una carta del pesce nei ristoranti

Pochi forse sanno che su quattro piatti di pesce consumati in un ristorante italiano, tre sono di provenienza straniera. A denunciare il fatto, Impresa Pesca Coldiretti in occasione del primo convegno nazionale sull'acquacoltura italiana - "Una nuova frontiera", organizzato ad Alghero dall'Associazione Acquacoltori (ASA).
 
Per questo Impresa Pesca Coldiretti ha lanciato l'idea di creare una "carta del pesce" nei ristoranti con l'indicazione di dove è stato pescato quanto si porta in tavola, per tutelare i consumatori e difendere le produzioni Made in Italy dall'import straniero che sta affondando i pescatori e gli acquacoltori italiani.
 
L'Irpea - l'Istituto di Ricerche Economiche per la Pesca e l'Acquacoltura ha reso noto che nel giro di due anni il settore ha perso il 12% della produzione e l'11% dei ricavi.
Crescono, invece, le importazioni dall'estero che nei primi otto mesi del 2010 hanno fatto segnare un aumento del 2%. 
Ma i ricavi dei pescatori italiani sono di appena 1.167 milioni di euro, per una produzione che nel 2009 è stata di 231.109 tonnellate, contro le circa 695.000 tonnellate importate dall'estero. 
 
"Con tre piatti di pesce su quattro che vengono dall'estero all'insaputa dei consumatori occorre mettere in campo delle iniziative capaci di riportare sulle tavole il prodotto Made in Italy che è sicuramente più sano e gustoso degli ormai onnipresenti gamberetti asiatici o del famigerato pangasio - ha spiegato Tonino Giardini, imprenditore marchigiano e presidente di Impresapesca Coldiretti -. Una battaglia nella quale occorre coinvolgere tutti i settori, a partire da quello della ristorazione, lanciando ad esempio dei menu con l'indicazione geografica d'origine del pesce proposto, ma occorre anche agire a livello di cultura del consumo".
 
In Italia, il settore della pesca vede impegnate 13.300 imbarcazioni e annovera nella top ten acciughe, vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada e sugarelli. 
Nella classifica delle produzioni per volume di fatturato, invece, primeggia il nasello (90,5 milioni di euro), seguito da acciughe, seppie, gamberi bianchi, scampi, pesce spada, gamberi rossi, vongole, pannocchie e sogliole.
Lisa Zillio
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