21/02/2014 - 12:30

A Casamassella (LE) turismo fa rima con architettura di qualità

L'occasione era quanto mai interessante: un Concorso d'idee per un sistema d'arredamento completo in un'antica Filanda a Casamassella, ristrutturata, portata a nuova vita e destinata ad ospitare, in parte, un affittacamere.
Più precisamente, "l'elaborazione di una idea portante per la realizzazione artigianale ed esclusiva di un sistema completo per l'arredamento di una struttura ricettiva" e di un logo per la nuova identità delle architetture. Obiettivi: qualità nel design e originalità del sistema nell'uso dei materiali, delle forme e dei colori; coerenza con gli ambienti esistenti; evocazione della cultura del territorio nell'uso di materiali piuttosto che nelle tecniche costruttive; uso di sistemi innovativi e di facile realizzazione; fattibilità economica e tecnologica del sistema stesso. Promotore, il proprietario della struttura, l'architetto Roberto Campa, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Lecce. "Inaspettata la risposta, per quantità e soprattutto qualità delle proposte", dicono adesso i componenti la Commissione giudicatrice, gli architetti Salvatore Baglivo, Nicoletta Cavalera, Andrea Toscano. I risultati, infatti, non si sono fatti attendere, superiori ad ogni aspettativa con le oltre cento iscrizioni giunte e i diciannove lavori finiti presentati, per oltre 70 partecipanti. Aperto ad architetti ed ingegneri, oltre che a società e raggruppamenti temporanei italiani e non solo, il Concorso d'idee ha visto dunque classificarsi al primo posto gli architetti Marco Brianzoli, di Milano e Mathieu Michell di Parigi, cui andranno i 2mila cinquecento euro in palio; al secondo posto il gruppo formato dagli architetti Francesca Borgia, Pierluigi Barile, Giampiero Sanguigni (Roma), e dalla collaboratrice Anita Maria Cinthia (Spino d'Adda). Al terzo posto, infine, due ex aequo: il gruppo composto dall'ingegnere Federica Benegiamo e dall'architetto Gabriella Stefanelli (Lecce), e poi quello formato dall'architetto Iride Filoni, dall'architetto Andrea Piscopo, dall'ingegnere Salvatore Musarò (Lecce).

Quanto mai intrigante, l'occasione, anche per la maniera inusuale con cui la proprietà del bene architettonico ha immaginato di rivolgersi alla platea dei professionisti, chiamandoli a misurarsi con una sfida non irrilevante: "recuperare l'idea per un sistema di arredo completo e coordinato che ricordi in qualche modo", si leggeva nel bando, "che lì, proprio lì, in anni non molto lontani, si allevava il baco da seta e ne veniva prodotto il prezioso filato". Come fare i conti, contemporaneamente, con una storia per molti versi inedita, con una vocazione dei luoghi, con una precisa indicazione del committente e infine con la necessità di immaginare, per quegli stessi luoghi un tempo ospiti di una produzione di eccellenza probabilmente unica sul territorio, un'altra identità e un'altra vocazione. Originariamente di proprietà della famiglia De Viti De Marco, l'opificio fu infatti realizzato nella prima metà dell'800 per accogliere una filanda di seta, in attività fino al 1924, quando poi venne destinato a tabacchificio, deposito di derrate alimentari, scuola elementare e in parte, fino al 1968, anche a laboratorio per la tessitura al telaio. Una storia affascinante. Perché nel corso della prima guerra mondiale una parte fu trasformata dagli inglesi in base di appoggio ai campi militari di Otranto, come testimonia al primo piano la struttura a volta a padiglione, tipicamente anglosassone nella tecnica di realizzazione dai piccoli mattoni rossi, lasciata a vista dopo la recente ristrutturazione. Un luogo denso di storia e crocevia di incontri dal momento che, per esempio, Adele Croce, moglie del più famoso Benedetto, proprio a Casamassella era di casa, ospite della famiglia De Viti De Marco, amica di Donna Carolina, sorella del grande economista. Divenuta quindi proprietà di Roberto Campa, già consigliere dell'Ordine degli Architetti di Lecce dal '92 al '96, l'architettura è stata radicalmente trasformato nell'uso: abitazione privata, studio professionale e, da ora in poi, al piano superiore, anche affittacamere. Dal momento che, non senza una vena ironica, lo stesso proprietario ha preferito questa definizione piuttosto che, più usualmente, b&b.

"L'idea di un Concorso d'idee per la progettazione degli arredi di un luogo destinato all'accoglienza", conferma Massimo Crusi, Presidente Ordine Architetti di Lecce, che sin dal primo momento ha sostenuto convintamente l'iniziativa, "ci ha affascinato immediatamente e così il progetto di destinazione dell'edificio, estremamente interessante anche per le molte vite vissute e per i passaggi che sono, contemporaneamente, vere e proprie svolte, storiche ed economiche. Riuscire a contemperare, come richiesto, la vita di un'architettura con una funzione economica, sia pure di accoglienza, non era semplice, ma devo dire che la partecipazione e la qualità dei progetti presentati ci hanno dato ragione. Ancor più significativa, l'intera iniziativa, dal momento che la sollecitazione è giunta da un privato, per di più architetto. Un modello che mi auguro possa ripetersi, spingendo altri proprietari di beni immobili, e sull'altro versante gli enti pubblici, a sperimentare la formula del concorso di idee per la ristrutturazione, soprattutto quando è in gioco anche il cambio di funzione. I Concorsi di idee sono di fatto laboratori progettuali di qualità e rappresentato un'occasione non solo per i professionisti ma per l'intero territorio, perché qualsiasi trasformazione territoriale o architettonica può costituire divenire un'occasione di confronto, di scambio, di riflessione, di crescita. Soprattutto per gli architetti più giovani. Una linea sulla quale siamo impegnati con convinzione".

"Un'esperienza incredibile, di cui sono felicissimo", racconta il proprietario, l'architetto Roberto Campa, entusiasta della risposta registrata. "Chiedere ai colleghi di sviluppare un sistema di arredo per un luogo a me così familiare mi ha consentito di vederlo con altri occhi, di leggerlo con altre chiavi di lettura. Spero che l'iniziativa possa divenire un modello anche per altri privati, un modo per legare il turismo all'architettura di qualità, ad un modo dinamico di interpretare le identità dei luoghi. Adesso siamo già impegnati all'allestimento di una mostra e a una pubblicazione dove saranno presenti tutte le proposte progettuali. Casamassella è, in qualche modo, un luogo eccezionale nel nostro territorio. E' bello che possa continuare ad esserlo anche in questo modo". "Sono giunte adesioni da ogni parte d'Italia, e anche oltre", aggiunge l'architetto Salvatore Baglivo, presidente della Commissione di valutazione, "e questo ci fa comprendere quanta fame ci sia nel nostro paese di Concorsi di idee. Proprio per la possibilità offerta di misurarsi con un una sfida progettuale, e risolverla. Come Ordine lo diciamo da tempo: i Concorsi di idee rappresentano una grandissima occasione, sia per i progettisti sia per la committenza. Questo vale anche nel campo del turismo (ormai così importante per l'economia del nostro Salento) dove è frequente, purtroppo, incontrare più spesso la standardizzazione - delle soluzioni, degli arredi, delle tipologie - piuttosto che lo spazio e l'interesse per l'architettura contemporanea e per interventi progettuali di elevata qualità".
Marilisa Romagno
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