01/01/2013 - 01:00

Zero discarica, 100% recupero

L'adozione di tecnologie e processi innovativi di trattamento delle scorie di combustione dei rifiuti urbani permetterà di qui a pochi anni di recuperare fino al 70% dell'alluminio contenuto nei rifiuti urbani avviati a incenerimento, qualcosa come circa 19.000 tonnellate nel 2015 e 23.500 tonnellate nel 2020.
Il recupero dei materiali, in luogo dello smaltimento in discarica delle scorie stimate, permetterà un risparmio di circa 155.000 tep (tonnellate equivalente petrolio) nel 2015 e di oltre 170.000 tep nel 2020; mentre le emissioni di gas serra evitate saranno pari a circa 400mila tonnellate di CO2 eq. nel 2015 e a 440mila tonnellate di CO2 eq. nel 2020. Sono questi i risultati principali dello studio, presentato oggi a Milano, realizzato per conto di CiAl e Federambiente dal DIIAR - Sezione ambientale del Politecnico di Milano.
Oltre a delineare gli scenari presenti e futuri, lo studio rappresenta anche un contributo importante per favorire un'evoluzione del quadro legislativo coerente con schemi e procedure in grado di garantire una rapida evoluzione di moderni sistemi di gestione dei rifiuti al passo con i principali Paesi europei. In apertura dei lavori il presidente di CiAl, Cesare Maffei, ha ricordato che uno dei principali obiettivi del Consorzio è la promozione in tutto il Paese della ricerca di soluzioni di trattamento e recupero complementari alla raccolta differenziata, praticabili e in grado di produrre benefici ambientali ed economici, mentre il direttore generale di CiAl, Gino Schiona, ha spiegato che "'Zero discarica, 100% recupero" è uno slogan coniato da CiAl che ben sintetizza la visione d'un sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani in grado di minimizzare, se non addirittura eliminare, lo smaltimento in discarica al termine dei vari processi di raccolta, trattamento, recupero e riciclaggio, valorizzando, quindi, anche le scorie post combustione che ancora oggi vanno a finire in discarica."
Per Gianluca Cencia, direttore generale di Federambiente, "questo studio rappresenta un importante passo avanti sulla strada della chiusura del ciclo del recupero di energia dai rifiuti urbani. Le importanti quantità di alluminio e altri metalli, e ancor più d'inerti, che possono essere sottratte alle scorie di combustione e avviate a nuovo utilizzo possono consentire di realizzare consistenti risparmi di materie prime permettendo, al tempo stesso, d'azzerare o quasi il ricorso alla discarica per lo smaltimento finale delle scorie stesse."
Dopo la presentazione dello studio da parte di Mario Grosso del Politecnico di Milano, Jan Manders, vice presidente di Cewep (l'associazione europea delle aziende che gestiscono impianti di incenerimento) e François Pruvost in rappresentanza di EAA (European Aluminium Association) hanno portato i risultati di uno studio e delle esperienze a livello europeo che dimostra come l'Italia sia oggi perfettamente allineata ai migliori standard internazionali nei sistemi di gestione integrata. Marco Boldrini (Ecodeco, Gruppo A2A) e Pier Francesco Barberio (B.S.B. Prefabbricati) hanno presentato due interessanti esperienze di recupero delle ceneri.
Chiudendo i lavori, il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, ha ringraziato Politecnico di Milano e CiAl per aver promosso e realizzato insieme questo studio e ha ricordato il costante impegno della Federazione e delle imprese associate nella ricerca delle migliori soluzioni tecnologiche e ambientalmente sostenibili, senza pregiudizi e senza tesi precostituite, sempre nell'interesse dei cittadini di cui - in quanto imprese pubbliche legate al territorio e agli enti locali - sono diretta e orgogliosa espressione.
Tommaso Tautonico
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