01/01/2013 - 01:00

Wwf: compleanno amaro per i parchi

Nonostante l'intervento in extremis del Ministero dell' Ambiente sui finanziamenti resta ancora grave la situazione delle aree marine protette e delle riserve regionali. Il 6 dicembre di 19 anni fa nasceva la Legge quadro sulle aree protette, una delle più innovative per la tutela ambientale.
Compleanno amaro quello dei parchi secondo il WWF: il 6 dicembre di 19 anni fa il Parlamento italiano approvava la Legge Quadro sulle aree naturali protette (395/1991), una norma considerata all'avanguardia nel campo ambientale e nella gestione della aree protette che ha consentito di passare dall'1% del territorio protetto del 1991 ad oltre il 12% di oggi. Montagne, fiumi, vallate, foreste, aree umide, laghi, tratti di litorale e di mare protetti da un sistema di parchi e riserve nazionali, regionali, provinciali e comunali all'interno dei quali è conservata una grande parte della biodiversità italiana e quindi europea per un totale di 3.160.000 ettari di superficie protetta a terra ed oltre 2.800.000 ettari di superficie protetta a mare, con 658 km di costa tutelate.

Ma il destino delle aree protette, a distanza di quasi 20 anni, è ancora incerto dato che l'intero sistema sopravvive a stento e non ha mai visto il riconoscimento di uno 'status' di stabilità, condizione indispensabile per poter operare. "A chiusura del 2010, Anno internazionale della biodiversità e che ha visto finalmente l'Italia dotarsi di una Strategia nazionale sulla biodiversità, si deve rafforzare la positiva esperienza di parchi e riserve e promuovere maggiori investimenti e scelte politiche chiare che consentano realmente alle aree naturali protette di svolgere il loro compito fondamentale di tutela del patrimonio naturale di questo Paese - ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia. Il sistema delle aree protette non è solo sotto lo 'scacco' del taglio finanziamenti, come si è visto nel dibattito di questi ultimi mesi: i parchi sono sempre più 'ostaggio' della politica locale che chiede interventi e modalità che non sempre si conciliano con gli interessi prevalenti dello Stato che peraltro in tema della tutela della natura ha competenze esclusive.

Lo Stelvio non è più un Parco Nazionale?
Un caso esemplare è quello del Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei quattro parchi nazionali storici del nostro Paese a rischio 'declassamento' per un patto politico teso ad attenere la non ostilità dei Parlamentari della South Tirolen Von Spartain rispetto alla fiducia sul Governo Berlusconi. In cambio della provincializzazione del Parco dello Stelvio il partito altoatesino ha dichiarato alla stampa locale che non parteciperà al voto di fiducia al Senato, abbassando il quorum richiesto, e si asterrà alla Camera. Un precedente pericolosissimo che evidenzia la tendenza a sacrificare sull'altare della politica la conservazione, la visione d'insieme della gestione, la coerenza e l'omogeneità degli interventi in maniera indipendente su tutto il territorio e in un momento in cui da più parti si chiede di modificare la legge quadro sulle aree protette.
Marilisa Romagno
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