01/01/2013 - 01:00

Una nuova minaccia per il Parco Nazionale Gran Paradiso

Dopo l'allarme lanciato da Legambiente Val d'Aosta, anche la Lipu si schiera contro il potenziamento della centrale idroelettrica di Chavonne, un progetto considerato incompatibile con il sistema di tutela che dovrebbe caratterizzare un parco nazionale.
 
Il progetto da 192 milioni di euro, attualmente sottoposto a procedura VIA (Valutazione di impatto ambientale), prevede di aumentare l'attuale potenza dell'impianto di quasi tre volte (passando da 141 milioni di kilowattora a 229 milioni) attraverso lo scavo di 20 km di gallerie per le nuove condotte e la costruzione di una diga di 15 metri nella gola di Crétaz, appena sotto Cogne, che farà sparire i pascoli di Valsavaranche e Plan Pessey (sempre in Val di Cogne), sostituiti da un deposito di materiali di risulta.
 
 
 
In una nota l'associazione ambientalista ha dichiarato "il progetto è destinato ad avere non solo un considerevole impatto ambientale in sede di cantiere, ma a cambiare per sempre l'aspetto dei territorio interessati". "Ci chiediamo cosa avverrà dei flussi turistici durante i quattro anni previsti per la realizzazione delle opere e, soprattutto, se e quanto tutto questo potrà condizionare il futuro turistico delle due vallate a lavori ultimati".
 
Forti perplessità sono state espresse anche dalla LIPU-BirdLife Italia: "I lavori previsti nel Parco Nazionale del Gran Paradiso sono incompatibili con le esigenze di tutela delle specie e degli habitat e cancelleranno un turismo che negli anni è diventato un modello apprezzato di sostenibilità verso l'ambiente".
Gran parte di queste zone ricadono all'interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso e all'interno o in prossimità di siti della rete Natura 2000, SIC (Siti importanza comunitaria) e ZPS (Zone protezione speciale).
 
"Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è un'area protetta di grande importanza: ha ricevuto nel 2006 il Diploma Europeo delle aree protette dal Consiglio d'Europa in virtù delle notevoli qualità scientifiche, culturali, di biodiversità e di gestione sostenibile - ha sottolineato la LIPU - I lavori in programma mettono invece a rischio la conservazione della biodiversità e compromettono il turismo della Valle di Cogne e della Valsavaranche, fiori all'occhiello del parco".
 
"Abbiamo presentato alcune osservazioni al Studio di Impatto Ambientale - ha spiegato Giorgia Gaibani, responsabile IBA e Rete Natura 2000 LIPU - Chiediamo si rinunci a questi progetti faraonici che finiranno presto per presentare un conto salatissimo alla natura e alla collettività".
Lisa Zillio
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