01/01/2013 - 01:00

Un indicatore comune per la desertificazione

Trovato un accordo a Buenos Aires per un indicatore comune che serve a monitorare la desertificazione. E il sottosegretario Menia elogia il IV rapporto Ipcc.
Ottimi risultati a margine della recente conferenza delle parti (Cop9) dell'United Nations Convention to Combat Desertification (Unccd) di Buenos Aires, si è trovato un accordo per individuare un minimo comune indicatore per misurare e valutare la desertificazione, il degrado dei suoli e la siccità.
I ministri ed i rappresentanti dei governi hanno chiesto una valutazione dei costi dell'azione e dell'inazione per lottare contro la degradazione dei suoli a livello nazionale, locale e mondiale ed hanno sottolineato che «La terra rappresenta un grande potenziale per le sfide del cambiamento climatico».
Secondo il segretario dell'Unccd, Luc Gnacadja, l'accordo raggiunto nella capitale argentina «Costituisce una eccellente notizia e un successo rimarchevole per questa Convenzione. Per descrivere un elefante bisogna essere d'accordo su quel che rappresenta un elefante. E' la stessa cosa con la desertificazione, il degrado delle terre e la siccità. I governi hanno bisogno di mettersi d'accordo su qulli che sono gli indicatori prima di poter analizzare le tendenze di uno di loro. I governi hanno accettato le raccomandazioni della prima Conferenza scientifica della Convenzione, alla quale hanno assistito più di 200 scienziati dei quattro angoli del mondo e 150 rappresentanti di governi. Questo dimostra che la scienza è buona per la Convenzione e che la Convenzione è buona per la scienza. Oltre agli indicatori, c'è un messaggio forte dei ministri indirizzato alla Conferenza sul cambiamento climatico organizzata a dicembre a Copenhagen. Un alto livello di convergenza si è evidenziato nel corso del segmento ministeriale sulla necessità di un nuovo regime di insieme, che includa la possibilità per il suolo di sequestrare il carbonio, e un'attenzione particolare all'adattamento perché i Paesi poveri ricevano una parte equa di sostegni».
Anche il sottosegretario all'ambiente Menia, intervenendo alla Cop9 Unccd, ha detto che «la desertificazione, il degrado del suolo e la siccità non sono un mera problema ambientale. Essi minacciano la stabilità mondiale, e portano a stagnazione economica, povertà, insicurezza e immigrazione». Menia ha richiamato l'attenzione sulle conclusioni del quarto Assessment Report dell'Ipcc per combattere la desertificazione nel contesto del cambiamento climatico, sottolineando che sono cruciali programmi e politiche per l'adattamento.
La Cop9 è stata l'occasione per uno scambio di punti di vista sugli stretti legami tra sicurezza alimentare, degrado dei suoli ed impatti del cambiamento climatico sulle zone aride e il comunicato finale approvato dai 140 ministri, responsabili di governo e parlamentari presenti alla Cop9 insiste sul fatto che «Non si può avere sicurezza umana senza sicurezza alimentare» e che «Le zone aride sono l'elemento umano, il volto del cambiamento climatico».
 
Tommaso Tautonico
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