01/01/2013 - 01:00

Un altro modo di costruire

Si è concluso alla fine di gennaio il corso di Bolzano su case passive ed edifici ad alta efficienza energetica organizzato da PAEA in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente.
Al di là dei singoli interventi, tutti i relatori hanno confermato l'altissimo livello atteso, riuscendo a costruire un discorso collettivo che rende conto di quello che di qua e di là delle Alpi è un modo diverso di costruire: che parte dalla casa passiva, privilegia materiali naturali e meno energivori per la costruzione e li connette ai saperi costruttivi tradizionali e alle tecniche di eccellenza nel campo dell'efficienza energetica per ricostruire un senso di appartenenza ai luoghi e alle persone.
Tutti i contributi condividono infatti lo stesso spirito, di una relazione che nasce e si sviluppa in un determinato contesto e più si cura questo aspetto più si trova il senso dell'abitare uno spazio. Fare questo significa contestualizzare l'edificio all'interno di un sistema ambiente dove vigono regole specifiche, senza dimenticare che tutto ha un prezzo, e che forse dovremmo iniziare ad accettare di pagare quello giusto.
Dallo standard passivo nelle nuove costruzioni alla riqualificazione dell'esistente, si conferma il fatto che passare da uno standard tradizionale all'efficienza è più una questione di apprendere un processo progettuale e costruttivo che di cambiare la tipologia edilizia o i caratteri di un'abitazione, dove il sapere costruttivo locale può essere recuperato sfruttando la necessità di migliorare la qualità delle nostre costruzioni. Che si tratti di edifici pubblici o privati, villette bifamiliari o castelli, scuole o palestre, gli esempi che abbiamo visto in Alto Adige come in Emilia Romagna, in Austria come in Germania, partono tutti da questo presupposto.
Ma la sorpresa più grande ce l'hanno riservata proprio i partecipanti al corso, con la loro variegata provenienza, la loro partecipazione e le opinioni che ci hanno trasmesso, dalle quali viene fuori un interesse ed entusiasmo che - anche se lentamente - si sta facendo strada non solo tra costruttori, imprenditori professionisti ma sempre più tra i "committenti".
Se è vero - come ci dicono gli altoatesini - che anche Casa Clima, la prima "rivoluzione edilizia" italiana (tale solo in Italia, visto che già in Austria e Germania si costruiva secondo parametri simili da anni) ha visto come uno dei bacini di utenza dei propri corsi, i non-tecnici (i potenziali committenti), non possiamo fare a meno di ricordare che sono le scelte dei singoli ad esercitare un ruolo di "traino" nei cambiamenti, ed è quindi dalla costruzione della domanda che è possibile cominciare a "fare le cose in un altro modo". L'importante è il risultato, aldilà dei termini che cambiano nel tempo: oggi parliamo di passivo, domani della casa ad "energia zero", dopodomani guarderemo alle case che l'energia la producono ("energy plus haus").
Tommaso Tautonico
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