01/01/2013 - 01:00

Un'agricoltura sostenibile in un mondo sostenibile

Il potenziamento della raccolta differenziata, accanto alla presenza di una congrua disponibilità di impianti di compostaggio, costituisce la condizione necessaria per la chiusura di un circolo virtuoso: gli scarti, che provengono in modo diretto o indiretto dall'agricoltura, ad essa ritornano dopo un processo finalizzato alla valorizzazione delle componenti in essi presenti.
E' stato questo il tema centrale trattato nel corso del convegno organizzato da Acea dal titolo "Agricoltura sostenibile per un mondo sostenibile: il ruolo del compost di qualità e i problemi della sua caratterizzazione". Organizzato in collaborazione con l'ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Roma e al Centro Scientifico Italiano dei fertilizzati, con il patrocinio del Comune di Roma, della Provincia di Roma e di Latina e dell'Ordine nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali, il convegno ha consentito un confronto tra i produttori, gli utilizzatori, gli studiosi e i preposti al controllo per condividere le opportunità offerte dal compost attraverso un processo sostenibile dal punto di vista naturale.

Il gruppo Acea, è presente nel Lazio con l'impianto di compostaggio di KYKLOS, il più grande della Regione - 60.000 tonnellate l'anno di rifiuti compostabili/ 90.000 metri quadrati di dimensione complessiva e 20.000 tonnellate l'anno di compost prodotto - si propone di dare una risposta ai problemi di gestione dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione, supportando lo sviluppo della raccolta differenziata attraverso il recupero dei rifiuti organici realizzato dagli impianti di compostaggio e attuando una gestione per un mondo più sostenibile. Il successo della raccolta differenziata non può prescindere dall'impianto di compostaggio, grazie al quale si recupera, come suggerito dalle recenti linee guida europee, un grande valore che si perde con l'avvio a discarica dei rifiuti organici.

La sostanza organica recuperata come compost, infatti, applicata ai terreni che ne sono privi, ne migliora la struttura, ne impedisce il compattamento e garantisce lo scambio di acqua ed elementi nutritivi. L'assenza di impianti di compostaggio comporta la necessità di smaltire in discarica questi rifiuti "ricchi" con un triplice svantaggio: occupare spazi destinabili ad altri rifiuti meno recuperabili con la conseguente produzione di biogas che va ad aumentare l'effetto serra; perdere le notevoli potenzialità della sostanza organica che i fanghi provenienti dai depuratori civili e la frazione organica dalla raccolta differenziata possiedono; impedire l'adeguata fertilità dei terreni per le colture agricole.

È in quest'ottica che l'impianto di compostaggio rappresenta l'anello di congiunzione tra la ricchezza dello scarto e la povertà organica del terreno e rende disponibile per l'ambiente quello che altrimenti non sarebbe sfruttato. Il compostaggio va considerato non come l'ultimo anello del ciclo dei rifiuti, ma come il primo della filiera agricola. Il potenziamento della raccolta differenziata assieme alla presenza di una congrua disponibilità di impianti di compostaggio costituisce la condizione necessaria per la chiusura di un circolo virtuoso: gli scarti che provengono in modo diretto o indiretto dall'agricoltura ad essa ritornano dopo un processo finalizzato alla valorizzazione dei loro componenti.
Tommaso Tautonico
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