06/09/2010 - 22:51

Turismo Sostenibile: L'OSTMiNUTE

Domenica 12 settembre 2010 a Minervino di Lecce, presso Cantine Menhir, un Open Space technology (O.S.T.), un metodo partecipativo per favorire le relazioni tra persone, prima ancora che tra soggetti economici. 2 giorni da passare in Puglia, nel Salento, per "dialogare" in modo informale di turismo sostenibile, assaporando colori e profumi di questa terra. Continuano i "dialoghi sul turismo sostenibile in Puglia". Partecipa e proponi!
Cos'è un Open Space Technology? "Benvenuti! Se è la prima volta che vi avvicinate all'Open Space Technology siete all'inizio di quella che migliaia di persone in ogni parte del mondo hanno scoperto essere una magnifica avventura, che ha consentito a gente assolutamente normale di produrre, con regolarità, risultati spesso fuori dal comune (Harrison Owen, 2007)". Discutere dei temi del nostro territorio e scegliere di farlo con un metodo di gestione degli incontri fortemente innovativo e per alcuni addirittura eretico: una non conferenza, un metodo in cui i partecipanti sono liberi di contribuire ai lavori secondo il proprio interesse, un modo di interpretare la complessità della vita sociale che basa la sua riuscita sull'autorganizzazione dei partecipanti. Una forza primaria, a detta di Harrison Owen!

Come funziona? L'Open Space Tecnology è una tecnica di gestione dei gruppi che permette di strutturare una discussione a partire da un tema generico (declinato sottoforma di domanda) in maniera tale da giungere a delle proposte concrete inerenti il tema di partenza Fare un'Open Space significa aprire uno spazio di discussione in cui i partecipanti sono liberi di muoversi, scegliendo quando e come contribuire ai lavori, lasciando spazio alla passione, all'interesse e alla responsabilità delle persone, credendo nella capacità di ottenere quello di cui hanno bisogno. L'OST è stato estensivamente utilizzato da organizzazioni private e pubbliche, in tutto il mondo, per gestire convegni e laboratori di progettazione partecipata con un numero di partecipanti compreso tra 5 e 2000 persone.

All'interno di un OST non ci sono interventi programmati e predefiniti o una scaletta di lavoro già organizzata. L'idea è che chiunque è interessato a proporre un tema che "gli sta a cuore", può farlo assumendosi in questo modo la responsabilità di seguire la discussione del gruppo e di restituirne i risultati rispondendo in questo alla domanda posta all'inizio alla plenaria. In estrema sintesi, il processo si svolge in questo modo:
- apertura dei lavori da parte di un facilitatore;
- i presenti propongono i temi da discutere coerentemente con la domanda/tema principale;
- tutti i presenti scelgono i temi di cui vogliono discutere, aggregandosi a chi lo ha proposto;
- si formano i gruppi di lavoro sui singoli temi;
- alla conclusione i gruppi presentano a tutti ciò di cui hanno discusso.

Al processo vero e proprio, si cerca di affiancare momenti di distensione quali pause caffè o zone dedicate a chiacchierate di carattere generale. Questi momenti, seppur non strutturati, costituiscono elementi fondamentali per la riuscita del processo in quanto favoriscono la socializzazione tra i partecipanti e lo scambio anche tra componenti di gruppi differenti. Con questa tecnica si produce, a fine discussione, un report di tutte le proposte emerse: tale report è distribuito ai singoli partecipanti immediatamente al termine della giornata di lavoro e costituisce un promemoria, ma anche una possibilità di impegno attivo per il raggiungimento degli obiettivi emersi. Lo stesso report può essere consegnato agli organi istituzionali locali, perché lo possano trasformare in azioni concrete sul territorio.
Tommaso Tautonico
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