01/01/2013 - 01:00

Trivelle: occorre far valere il diritto di precauzione

"Sulle trivellazioni non si tratta di 'emozioni' ma di far valere il principio di precauzione nel rispetto dei diritti costituzionali alla tutela dell'ambiente e della salute, messi a rischio da una corsa all'oro nero inattuale dal punto di vista energetico, favorita ancora oggi proprio dal Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera".
Così il WWF Italia interviene nel dibattito sulle trivellazioni in Italia. Una corsa velleitaria che risulta essere possibile dal punto di vista del rischio d'impresa solo perché l'Italia è notoriamente considerata a livello internazionale un vero e proprio 'paradiso fiscale' per i petrolieri, visto che:
1. le prime 20mila tonnellate di petrolio prodotte annualmente in terraferma e le prime 50mila tonnellate prodotte in mare, così come i primi 25 milioni di smc di gas in terra e i primi 80 milioni di smc in mare sono esenti dal pagamento di aliquote allo Stato;
2. le royalties, oggi al 10% per il gas e al 7% per il petrolio, sono ridicole. Posto che in media nei Paesi produttori di petrolio si hanno aliquote in un range che va dal 20% all'80% sul valore del prodotto estratto;
3. anche le concessioni di coltivazione, sia pur adeguate nel tempo, partono, a valori 1996, dalle 5 mila lire a Kmq per i permessi di prospezione, alle 10 mila lire a Kmq per i permessi di ricerca, alle 80 mila lire a kmq per i permessi di coltivazione. Si mettono a rischio le aree di pregio ambientale a terra e a mare e la sicurezza delle popolazioni costiere per un 'piatto di lenticchie'".

L'appuntamento è per il 9 ottobre a Roma al Senato, presso la Sala ex hotel Bologna in via Santa Chiara, 4 dalle ore 10.30 alle 13, il WWF approfondirà l'argomento insieme con Greenpeace e Legambiente nel convegno "Trivelle d'Italia - La nuova corsa alla ricerca di petrolio: una scelta azzardata per l'economia e l'ambiente" sottoponendo la questione ai media, ai parlamentari e alle diverse istituzioni.
Tommaso Tautonico
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