20/01/2016 - 16:50

Trivelle, Corte Costituzionale: sì al referendum. Ecco tutte le reazioni

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate nelle acque territoriali italiane, cioè entro le 12 miglia dalla costa.
La Consulta ha anche dichiarato inammissibili cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine. Per questi ultimi, la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto della pronuncia dell'Ufficio centrale per il Referendum della Cassazione che aveva dichiarato "non hanno più corso le operazioni concernenti le prime cinque richieste referendarie", dichiarando conseguentemente l'estinzione del giudizio. 
 
Il quesito ammesso è l'unico del quale l'Ufficio centrale per il Referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa contenuta nella Legge di Stabilità 2016. Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all'esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto i termini già previsti dalle stesse concessioni. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge.
 
Ricordiamo che la legge di Stabilità 2016, votata definitivamente dalla Camera il 23 dicembre, contiene un articolo che di fatto vieta le trivellazioni petrolifere entro le 12 miglia dalla costa, proprio quanto richiesto dai "No Triv". Ma in realtà, il 22 dicembre scorso, quindi un giorno prima del voto definitivo alla manovra, sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi sono stati pubblicati due decreti che hanno riconosciuto rispettivamente, alle società irlandese Petroceltic, il permesso di ricercare idrocarburi per sei anni al largo della costa delle Tremiti, e a quella britannica Rockhopper, il rinnovo del permesso di ricerca per un altro anno, fino al 31 dicembre 2016. Il giacimento è quello di Ombrina Mare 2, situato in Abruzzo, a metà strada fra Pescara e Vasto.
 
Il ministero dello Sviluppo economico ha però subito chiarito che i permessi di ricerca offshore nell'Adriatico in realtà non prevedano in realtà alcun tipo di perforazione e riguardino una zona di mare ben oltre le 12 miglia dalla costa e anche dalle isole Tremiti.
 
Sono state ovviamente tante le reazioni che la decisione della Corte Costituzionale ha scatenato, soprattutto nel versante "No Triv"
 
"Nonostante pressioni e tradimenti, messi in atto dal governo per impedire il referendum, la Corte Costituzionale ha dato via libera a un referendum No Triv. Si voti a giugno con le amministrative" ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde ed ex ministro dell'Ambiente. 
 
"In questi giorni si è assistito a pressioni di ogni tipo da parte del governo tanto che la Regione Abruzzo si è sfilata dalla richiesta di referendum e si è a costituita addirittura davanti alla Consulta contro le altre regioni, con un voltafaccia senza precedenti. Nonostante questi tentativi di sabotaggio, la Corte Costituzionale ha dato via libera a un referendum No Triv. Molte regioni hanno già annunciato un ricorso per ottenere che almeno altri due quesiti referendari possano essere recuperati" ha aggiunto Pecoraro Scarnio. 
 
La sentenza della Corte Costituzionale ha riporta anche l'attenzione su tutti i procedimenti ancora pendenti nell'area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) ricordano le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e WWF.  Secondo le associazioni sarebbe ora necessaria una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani. 
 
Dello stesso avviso anche il Touring Club Italiano che ha accolto con favore la decisione della Corte costituzionale rinnovando la propria contrarietà al progetto di trivellazioni al largo delle Tremiti. Per il Touring Club Italiano il via libera alle esplorazioni al largo delle Tremiti, autorizzate dal recente decreto del governo rappresenta infatti un pericoloso "ritorno al passato" per varie ragioni, in primo luogo quello ambientale visto che le sole esplorazioni potrebbero comportare il danneggiamento dell'intero ecosistema biologico della zona. 
 
Sulle trivellazioni nell'Adriatico si è espresso qualche giorno fa anche il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia sostenendo la necessità, da parte del governo, di fare una "profonda riflessione autocritica, ascoltare chi i territori li conosce meglio come i presidenti delle dieci Regioni in questione, e non guardare solo all'Italia, ma adoperarsi in campo internazionale perché finiscano le trivellazioni in Croazia, dato che non esiste un confine politico per la difesa del futuro dell'Adriatico e delle terre che vi si affacciano".
Rosamaria Freda
autore