01/01/2013 - 01:00

Svezia: primato delle bioenergie nel 2009

L'apporto delle bioenergie supererà quest'anno la somma dell'energia prodotta da idroelettrico e nucleare, soddisfacendo circa il 28% della domanda elettrica nazionale. Percentuale che potrebbe salire al 50% entro il 2020.
Per la prima volta, nel 2009 il contributo fornito dalle bioenergie al bilancio energetico nazionale supererà in Svezia quello assicurato dalle centrali idroelettriche e nucleari sommate insieme.
Secondo le previsioni riportate dalla Swedish Energy Agency, l'apporto delle bioenergie nel sistema svedese raggiungerà quest'anno l'equivalente di 125 TWh (miliardi di kWh) contro i 124 TWh derivanti dalla somma di idroelettrico e nucleare (in Svezia sono in servizio 10 centrali nucleari, per una potenza complessiva di 9.095 MW).
La crescita delle bioenergie è stata particolarmente rapida sul territorio svedese, con un tasso medio di +3,3 TWh l'anno negli ultimi 20 anni. Le bioenergie coprono oggi circa il 28% dei consumi elettrici del Paese. Il loro crescente apporto è una delle ragioni che hanno consentito alla Svezia di ridurre le emissioni di gas serra del 9% rispetto al 1990.
Secondo quanto dichiarato da Gustav Melin, presidente della Svebio (Svedish Bioenergy Association), questo ritmo di crescita potrà essere mantenuto nei prossimi anni e, insieme allo sviluppo dell'energia eolica e agli interventi di efficienza energetica, consentirà alla Svezia di coprire con fonti rinnovabili circa il 50% del proprio fabbisogno elettrico entro il 2020.
Dino Bortone
autore