07/07/2016 - 17:30

Sul Lago Maggiore il primo monitoraggio di microplastiche nei laghi in Italia

Dopo le tappe sul lago d'Iseo e sul Lario, la Goletta dei laghi, la campagna di Legambiente di monitoraggio e informazione sullo stato di salute dei principali laghi italiani, è al lavoro sul Verbano. Oltre alle analisi microbiologiche dell'acqua, per la prima volta in Italia viene condotto anche un monitoraggio di microplastiche, secondo un protocollo impiegato fino ad oggi solo per le acque dei mari.
Vengono raccolti campioni di acqua superficiale in diversi laghi, utilizzando una particolare manta a strascico dotata di una rete a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle. L'intero progetto gode della collaborazione scientifica di Enea (l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dell'università Università Ca' Foscari di Venezia. Una novità importante che consentirà di costruire un'attenta analisi delle microlitter presenti nell'acqua e realizzare il primo studio sullo stato d'inquinamento dei laghi italiani per quanto riguarda questa tipologia di sostanze. I risultati di questo studio saranno presentati in un convegno in autunno a Roma. Gli esperti dell'equipaggio di Goletta dei laghi prelevano dei campioni d'acqua in diversi punti considerati sensibili lungo tutte le sponde, sia per l'elevata attività antropica che per la l'affluenza di scarichi nel bacino, individuati anche grazie alle segnalazioni ricevute da parte dei cittadini al servizio SOS Goletta. Goletta dei laghi di Legambiente, realizzata in collaborazione con COOU, consorzio obbligatorio degli oli esausti e Novamont, è una campagna itinerante che dal 2006 interessa i maggiori laghi della penisola, per la tutela di un patrimonio troppo spesso minacciato da inquinamento, illegalità, speculazioni edilizie, scarichi abusivi e tentativi di privatizzazione. Il tour si snoda attraverso 5 regioni toccando ben 11 laghi, alla ricerca delle principali criticità che riguardano non solo le acque, ma l'intero sistema territoriale lacuale.

In questi anni Legambiente sta portando avanti con costanza il monitoraggio dei rifiuti marini su diversi fronti: partendo da quelli galleggianti in mare, passando per i materiali spiaggiati sino all'indagine sulle microplastiche (le particelle con dimensione minore di 5 millimetri) nei mari italiani. Ciò che emerge dai monitoraggi di Legambiente e come conferma la comunità scientifica internazionale, la plastica rappresenta tra l'80 e il 90% dei rifiuti dispersi in ambiente marino e costiero. La produzione mondiale di materie plastiche, infatti, supera 280 milioni di tonnellate annue e ci si aspetta che aumenti del 4% l'anno. Con gli studi sta crescendo la consapevolezza che anche le acque dolci non sono immuni da questo problema e che, trasportate da corsi d'acqua e scarichi, le microplastiche sono sempre più presenti anche nei laghi: un'altra minaccia a cui sono sottoposti questi sistemi semi chiusi, che potrebbero risentire maggiormente della presenza di rifiuti, ma soprattutto delle microparticelle che da questi si originano. Mentre studi approfonditi sono stati condotti sui mari, insufficienti sono le ricerche che ci informano sull'abbondanza e sugli effetti negativi di questi contaminanti negli ecosistemi lacustri. È per questo che durante l'edizione 2016 della Goletta dei Laghi Legambiente ha deciso di condurre il primo monitoraggio portato avanti da un'associazione ambientalista sui principali laghi italiani.

Anche quest'anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L'olio usato - che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto pericoloso per la salute e per l'ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un'auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l'olio usato è anche un'importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un'ottica di economia circolare: il 90% dell'olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell'Italia il Paese leader in Europa. "La difesa dell'ambiente, in particolare del mare e dei laghi - spiega il presidente del COOU, Paolo Tomasi - rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L'operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell'ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l'economia del Paese".
Tommaso Tautonico
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