09/07/2014 - 20:37

Spalma incentivi: ultimo appello per salvare il settore delle rinnovabili

Mentre il decreto spalma incentivi, pubblicato in Gazzetta ufficiale, sta seguendo il suo inter parlamentare per diventare legge, non si placano le polemiche nel mondo delle rinnovabili.
In particolare il presidente di Asso Rinnovabili, Agostino Re Rebaudengo, in una lettera indirizzata ai senatori delle commissioni Industria e Ambiente, che stanno attualmente esaminando il decreto, ricorda come siano in particolare gli articoli 26 e 24 del provvedimento i più "pericolosi" per il settore
 
Secondo l'associazione queste due norme, retroattive, sarebbero discriminatorie e contrarie alla Costituzione e agli obblighi internazionali e avrebbero come effetto l'allontanamento degli investitori e il blocco del mercato futuro della generazione distribuita. Inoltre secondo Asso Rinnovabili non sarebbe ancora chiaro se e come le banche sosterranno il taglio degli incentivi garantito dalla Cassa depositi e prestiti derivante dalla spalmatura. 
 
Si tratta di misure con costi immediati e grandi rischi potenziali per il Bilancio dello Stato che porteranno le imprese fotovoltaiche ad essere insolventi verso gli istituti finanziatori, i Comuni e gli enti locali, gli agricoltori, i proprietari dei terreni e i vari fornitori. Molte aziende saranno costrette a dichiarare fallimento, con seri impatti occupazionali, continua l'associazione ricordando come si tratti di norme scritte in modo affrettato che introducono incertezza normativa ed economica nel settore delle rinnovabili. 
 
Se l'obiettivo del decreto è quello di ridurre il prezzo dell'energia per le piccole e medie imprese al fine di consentirne il rilancio esso non può essere raggiunto con la riduzione retroattiva e incostituzionale della remunerazione degli investimenti nel settore fotovoltaico, ma piuttosto attraverso una più attenta gestione degli acquisti da parte di Acquirente Unico Spa, precisa AssoRinnovabili. La società controllata dal ministero dell'Economia, nonostante il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso sia sceso negli ultimi mesi ad un prezzo intorno a 45 €/MWh, incomprensibilmente continua a comprare l'energia elettrica a oltre 60 €/MWh, mentre i produttori da fonti rinnovabili la vendono al prezzo definito sulla Borsa Elettrica, si legge nella lettera. Questo comportamento dell'Acquirente Unico, che genera per i consumatori finali un maggior prezzo su base annua di oltre un miliardo di euro, secondo Asso Rinnovabili servirebbe solo a sostenere alcune imprese che negli ultimi anni hanno effettuato investimenti per nuovi impianti termoelettrici, contro ogni logica di mercato e nonostante l'Unione Europea avesse già definito il percorso di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2020. 
 
Si tratta dunque di "aiuti di Stato"? E perché il governo non punisce questi comportamenti? Si chiede Asso Rinnovabili ricordando come una via alternativa per alleggerire in modo "ambientalmente sostenibile" la bolletta elettrica delle pmi possa derivare dall'esercizio della delega al governo (conferita con la legge n. 23/2014) per la realizzazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, da attuare entro dodici mesi (26 marzo 2015). In questo ambito il tema della fiscalità ambientale avrà un ruolo decisivo. 
 
Secondo l'associazione non resta dunque che modificare gli articoli 26 e 24 del decreto. La prima disposizione infatti muove dall'erroneo presupposto che l'energia fotovoltaica contribuisca in modo determinante a far aumentare il prezzo dell'energia - cosa non vera - mentre il secondo annulla di fatto i benefici legati all'autoproduzione. 
 
Clicca qui per leggere il testo completo della lettera inviata da Asso Rinnovabili ai senatori. 
 
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Rosamaria Freda
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