01/08/2015 - 18:53

Sostenibilità: intervista a Remi Eriksen, neo Presidente e CEO di DNV GL

Da oggi Remi Eriksen è ufficialmente il nuovo Presidente e CEO di DNV GL, il gruppo formato da 17 mila persone, presente in cento paesi, che opera nelle divisioni Maritime, Oil & Gas, Energy e Business Assurance. Lo abbiamo intervistato per un approfondimento sul tema della sostenibilità, anche in Italia, dove ha sede la divisione del gruppo dedicata alla certificazione
Sostenibilità e progetti per il futuro dell'azienda: ecco la nostra intervista a Remi Eriksen, da oggi, primo agosto 2015, neo Presidente e CEO di DNV GL.

In termini di sostenibilità delle aziende, quali passi avanti sono stati fatti negli ultimi anni?
Direi che il settore della Sostenibilità Aziendale si è spostato da un'età di sperimentazione e test a un'epoca di implementazione e di riconoscimento. La sostenibilità sta sempre più diventando parte integrante del business e sempre più aziende stanno tenendo in considerazione la sostenibilità all'interno dei loro processi decisionali.

Vi è ora un consenso attorno a questo tema da parte di una vasta gamma di operatori del mercato e stakeholder, e le iniziative sono state sviluppate al fine di fornire alle organizzazioni gli strumenti per sostenere lo sviluppo e l'attuazione di strategie di impresa, come gli standard tecnici e le iniziative riconosciute a livello internazionale.

L'argomento è ormai diffuso ed è emerso chiaramente che tutte le parti della società (imprese, consumatori, politici, accademici, ONG) devono avere un ruolo e una responsabilità comune per costruire società sostenibili. Inoltre, è evidente che ci stiamo muovendo verso un nuovo modello di business in cui le aziende lavorano insieme con le parti interessate al fine di massimizzare la creazione di valore condiviso per i proprietari e gli azionisti, e per la società.

In che direzione occorre muoversi per i prossimi anni?
Vi è una crescente consapevolezza che stiamo progredendo verso i limiti del pianeta e che la crescita infinita non è possibile, e che dobbiamo, inoltre, modificare i nostri comportamenti. E dobbiamo cominciare adesso. Abbiamo la necessità di spezzare il legame tra il perseguimento delle ambizioni umane e l'esaurimento del patrimonio ambientale.

Abbiamo bisogno di reinventare la crescita e sfruttare la potenza del business globale di creare un'economia rigenerativa. Abbiamo bisogno di passare a una nuova mentalità strategica, integrando la prospettiva di sostenibilità (persone, pianeta e profitto) nel nostro modo di fare business.

Le aziende con lo scopo chiaro e forte di fare cose buone in una prospettiva più ampia, si aggiudicheranno il futuro. Il ruolo delle imprese, infatti, non può più essere solo quello del business.

Sostenibilità ambientale: è solo una questione di coscienza per le aziende o anche di convenienza?
Certo non è solo una questione di buon comportamento. Viviamo in un mondo con risorse limitate. La sostenibilità - non solo ambientale ma anche economica e sociale - è un prerequisito per essere in grado di sostenere le operazioni e generare profitto in una prospettiva di lungo termine.

Le aziende e le organizzazioni interessate a crescere devono farlo in modo sostenibile, se vogliono essere in grado di soddisfare le crescenti esigenze del mercato e della società.

Un recente studio globale che abbiamo condotto con GFK, che ha coinvolto più di 2.000 professionisti di aziende appartenenti a diversi settori, ha evidenziato che l'83% delle aziende ha sperimentato la cosiddetta "customer pressure" in relazione alla verifica della sostenibilità delle loro catene di approvvigionamento.

Quando un'azienda può definirsi sostenibile?
Parlare semplicemente di aziende "green" non è più accettabile. Dovremmo piuttosto parlare di aziende sostenibili, responsabili per l'impatto sociale, ambientale ed economico delle loro attività, in grado di fare profitti tenendo in debita considerazione l'ambiente, e generare effetti positivi per la società in generale.

Quanta sensibilità hanno, a suo parere, le aziende italiane rispetto agli altri paesi europei?
Un altro studio globale che abbiamo condotto alla fine del 2013, ha mostrato che 9 professionisti su 10 sono d'accordo sulla necessità di offrire prodotti sostenibili.

La maggiore attenzione è registrata in Estremo Oriente, con il 95% degli intervistati che crede fermamente che la sostenibilità dei prodotti sia un fattore chiave per il successo del loro business. Le percentuali rimangono molto alte in Europa e anche in Italia: circa l'85%.

In alcuni casi, le aziende italiane si distinguono anche perché sono in grado di innovare quando si tratta di sostenibilità. Illy Caffè, ad esempio, è stata la prima azienda a ottenere la Certificazione "Responsible Supply Chain Process", uno standard specificamente sviluppato per garantire la sostenibilità dell'approvvigionamento.

Che ruolo possono e devono avere le istituzioni nello stimolare e promuovere i temi della sostenibilità?
Le istituzioni hanno senza dubbio un ruolo chiave, sia perché sono responsabile dello sviluppo delle strutture in cui operano le imprese, sia per il loro ruolo nel creare consapevolezza.

Tuttavia, oserei dire che i consumatori sono ancora più importanti: pongono un'attenzione sempre crescente nei confronti degli aspetti della sostenibilità e hanno un ruolo di primo piano come "agenti del cambiamento". Essi sono in grado di influenzare e cambiare la logica delle imprese e dei mercati.

Quale compagnia venderebbe ancora un prodotto non sostenibile con la consapevolezza che il consumatore non è più disposto a comprarlo?

Quali saranno i punti cardine del suo nuovo incarico?
Vedo un futuro in cui è sempre più necessaria la presenza di parti affidabili e indipendenti per rendere possibili attività di business sicure e responsabili. I punti chiave del mio nuovo lavoro saranno gli investimenti nelle persone e, in particolare, in materia di Ricerca e Sviluppo e innovazione per la formulazione di nuove idee, intuizioni e soluzioni a vantaggio dei nostri clienti e della società.

Sto elaborando la nostra strategia per i prossimi anni. Ho assunto ufficialmente l'incarico oggi di Presidente e CEO del gruppo DNV GL e una delle prime cose su cui lavorerò sarà quella di sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione, dai big data e dalla connettività per migliorare ulteriormente il nostro servizio di fornitura e di generare nuove opportunità di business.
Mara Giuditta Urriani
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