28/02/2014 - 19:00

Sostenibile e biodegradabile: arriva Plastice

Ridurre l’impatto ambientale della plastica attraverso le bio-plastiche, plastiche degradabili e sostenibili. Un cambiamento radicale che avrà un impatto notevole sui consumi ma, prima ancora, sulla produzione industriale. Una svolta possibile solo attraverso la ricerca industriale e la creazione di nuovi materiali, che dovranno essere biodegradabili, appunto, ma anche mantenere le stesse performance delle plastiche tradizionali e, aspetto non secondario, costi contenuti.
Su queste tre direttrici si gioca il futuro della nuova plastica: la sfida è quella di mettere insieme le esigenze dell’ambiente, quelle dei consumatori finali e quelle dei produttori. Per questo la Commissione Europea ha lanciato il progetto PLASTICE (Innovative Value Chain Development for Sustainable Plastics in Central Europe), che punta a promuovere l’utilizzo di  materiali eco-friendly nel settore dell’imballaggio, nel tessile, in agricoltura e in ambito medicale, con l’obiettivo di ampliare al massimo la diffusione di polimeri di origine naturale nell’industria che produce e utilizza plastiche e stimolare lo scambio di esperienze tra ricerca e impresa. ASTER, l'agenzia per l'Innovazione e la ricerca industriale dell'Emilia-Romagna è partner del progetto insieme ad altri 12 istituzioni europee coordinate dall’Istituto Nazionale di Chimica di Lubiana (Slovenia) promuove PLASTICE nella nostra regione.

Plastice coinvolge anche un grande gruppo come Novamont, che ha  investito risorse e tecnologie per convertire la produzione in plastica green. Il risultato è un innovativo sacchetto in amido di mais per l’umido, che può essere gettato direttamente insieme al rifiuto organico. Un’innovazione con cui l’azienda ha ridisegnato interi settori della raccolta differenziata. Accanto a questo il grande progetto di bioraffineria integrata: ovvero risalire la catena del prodotto fino alla materia prima, sviluppando partnership direttamente con gli agricoltori per l’utilizzo degli scarti delle coltivazioni. Questi e altri progetti e tutte le novità del settore sono presentati sui NIP (National Info Point) (http://www.cluweb.com/ASTER/IT/): sportelli informativi on-line a disposizione delle industrie e dei cittadini per approfondire ma soprattutto piattaforma marketplace per stimolare l’interazione tra domanda e offerta per lo sviluppo di filiere innovative.

Il settore con il più alto potenziale di impiego dei nuovi materiali è, ovviamente, quello degli imballaggi (contenitori alimentari, confezioni, reti e schiume), la cui capacità di adottare soluzioni innovative dipende dalle aspettative delle aziende utilizzatrici (settore alimentare, vendita al dettaglio, medicale) e da quelle dei consumatori finali, che devono essere correttamente informati. Anche a questi ultimi si rivolge, infatti, il progetto PLASTICE per diffondere la cultura delle plastiche degradabili  e il compostaggio dei rifiuti alimentari. Ma non solo. Tantissimi sono i progetti realizzati in tutta Europa grazie a PLASTICE: studi riguardanti pellicole per il trasporto di prodotti ortofrutticoli con barriere antimicrobi, spaghi biodegradabili per il sostegno dei rampicanti o tubature biodegradabili in materie prime naturali per l’irrigazione, ma anche ricerche sulla lavorazione di cellulose termoplastiche per la realizzazione di materiali fibrosi e igienici che possono essere utilizzati anche in campo medico. Molti  di questi sviluppati proprio nei laboratori della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, nei quali, accanto ai nuovi materiali si lavora anche per evitare l’utilizzo di materie prime nobili e per ridurre al minimo gli scarti della lavorazione industriale.
Tommaso Tautonico
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