01/01/2013 - 01:00

Solar cooling, il raffrescamento solare

Raffrescare gli ambienti con il solare termico, è questo il solar cooling, una tecnologia non semplice, con ancora molti problemi da risolvere; in primis i costi, la complessità impiantistica e la necessità di ampi spazi. C'è molto da fare e soprattutto sarà importante continuare a sperimentare sul campo, realizzando numerosi impianti dimostrativi.
Negli ultimi anni sono oltre 300 gli impianti realizzati in Europa; e parliamo solo di taglie superiori ai 20 kW frigoriferi, quindi impianti di piccola-media grandezza per utenze con domande già importanti. Molti di questi risultati sono stati riportati nel dettaglio dal progetto internazionale Solair, finanziato nell'ambito della categoria Intelligent Energy Europe e illustrati nel corso del seminario "Al fresco del sole. Il solar cooling: dal Patto dei Sindaci alle applicazioni sul territorio", organizzato a Roma lo scorso 12 novembre da Ambiente Italia e dalla Provincia di Roma.
Le tecnologie solar cooling sono fondamentalmente due: quella che consiste in sistemi di condizionamento ad acqua alimentati da energia termica (in genere piccoli impianti), e quella con sistemi DEC (desiccant evaporative cooling). Nel primo caso il fluido di distribuzione è acqua fredda in un sistema a ciclo chiuso; nel secondo l'aria umidificata è trattata in un processo aperto. Entrambe le tecnologie sono praticabili in Italia e con enormi potenzialità.
"La potenzialità in Italia è in effetti altissima, ma esistono ancora diversi problemi da superare. Il primo può essere considerato quello relativo ai costi, anche se a livello europeo si nota una chiara tendenza al ribasso". A fornire a Qualenergia.it un breve quadro della tecnologia e del mercato è Marco Calderoni del Politecnico di Milano che prosegue ricordando che "mentre nel 2007 i costi erano ancora molto variabili da impianto ad impianto e oscillavano tra 5mila e 8mila euro su kW frigorifero installato, oggi sono più uniformi e si stanno stabilizzando intorno ai 4.500-5000 €/kW".
Quando parliamo di taglie piccole siamo sull'ordine dei 15-17 kW, visto che le macchine frigorifere di minori dimensioni oggi in commercio hanno queste taglie. Non sono tuttavia impianti propriamente "piccoli", tanto che potrebbero soddisfare il fabbisogno di raffrescamento anche di interi uffici o piccoli condomini.
"Quello che ci vorrebbe per spingere di più la tecnologia sono gli impianti dimostrativi che potrebbero essere realizzati soprattutto da enti pubblici", ci ha detto l'esperto del Politecnico di Milano. "Un caso che sarà probabilmente eccellente in questo senso è quello presentato in questo convegno per una struttura edilizia della Città del Vaticano".
Oltre che sulla tecnologia, in Italia ci sarebbe molto da fare anche su normativa ed incentivi ad hoc. Marco Calderoni ci spiega che "la normativa attuale, come la legge che recepisce la direttiva europea per i consumi energetici in edilizia, cioè la 192, non è affatto male se fosse concretamente applicata. Ciò che manca però è l'inserimento del raffrescamento degli ambienti. Infatti, sulla classe energetica dell'edificio non incide il consumo estivo di energia. E quindi un impianto di solar cooling non trova riscontro in termini di benefici sulla classe di appartenenza dell'edificio".
Altro aspetto la normativa tecnica. "Dovranno prima o poi uscire tutte le nuove norme UNI, le 11300, che andranno a recepire la normativa europea", dice Calderoni. "Una parte di queste dovrà fornire il metodo di calcolo dei rendimenti delle macchine in modalità estiva, come i condizionatori. Ma questa norma da sola non basterà, perché se la legge valuta il fabbisogno estivo di energia dell'edificio, ancora non considera però il consumo, cioè come viene coperta questa domanda di raffrescamento". Insomma un buco legislativo da superare quanto prima.
Tommaso Tautonico
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