12/06/2013 - 15:48

Shale gas negli USA e carbone in Europa: cambio del mix energetico

La concreta tendenza di un mercato energetico può essere valutata attraverso un'interpretazione del mix energetico.
Il mix energetico rappresenta lo strumento attraverso il quale valutare l'effettiva tendenza del mercato energetico.

Nel 2010 l'Eurelectric, associazione che raggruppa i produttori di elettricità europei, valutava che nei 27 paesi il mix era così suddiviso: 24% carbone, 23% gas e rimanente 53% suddiviso tra nucleare e rinnovabili.
Ora a causa della caduta del prezzo del gas statunitense, l'Europa viene invasa di carbone d'oltreoceano venduto a un prezzo ridotto.

Infatti, le centrali a gas esistenti vengono chiuse oppure si congelano progetti di nuovi impianti, il tutto a favore di centrali a carbone più inquinanti e climalteranti ma con un costo variabile di generazione elettrica molto più basso .

Aspetto particolarmente benvenuto in questa fase economica asfittica ma pregiudizievole per il raggiungimento dell'obiettivo comune di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2020 (-20% rispetto ai livelli del 1990).

Questa situazione diventa più problematica se si considera che una parte degli impianti a gas già subiscono una perdita di redditività per effetto del loro sottoutilizzo in un sistema ad alta penetrazione di fonti rinnovabili non programmabili.

La loro funzione di riserva per assicurare copertura nei picchi e la sicurezza della rete non verrebbe assunta altrettanto facilmente da impianti a carbone meno flessibili nella modulazione della produzione.

E con il carbone a buon mercato nel vecchio continente c'è già chi si è affrettato a rivedere il proprio mix di produzione. Ad esempio RWE, principale operatore in termini di capacità in Germania, paese che genera il 62% della sua elettricità da carbone, ha incrementato la produzione nelle sue centrali a carbone e lignite dell'oltre 16% nel 2012.
 
Alessio Elia
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