17/11/2012 - 18:30

SERR: scoprite come ridurre i rifiuti nelle nostre discariche

Prende il via oggi in tutta Italia l'iniziativa, lanciata dalla Francia nel 2005 e adottata nel nostro Paese nel 2009, che intende sensibilizzare i cittadini circa la necessità di produrre meno rifiuti.
In occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, InSinkErator, leader mondiale nella produzione di dissipatori -al secolo tritarifiuti- ricorda il proprio impegno in materia ambientale.
Era il 1927 quando un architetto del Wisconsin, John Hammes, lavorò intorno all'idea di sminuzzare i rifiuti organici in modo da eliminarli con l'acqua di scarico del lavandino. Dieci anni dopo nasceva InSinkErator, un gioco tra le parole "incinerator", inceneritore, e "sink", lavandino. Nel concreto, l'utilizzo del dissipatore permette di mantenere l'igiene in cucina e una maggiore facilità di smaltimento del rifiuto, eliminando all'origine una parte della differenziazione. Triturare il rifiuto organico ed eliminarlo grazie all'utilizzo di un dissipatore non solo è una pratica permessa dalla legislazione italiana, ma riduce la massa di rifiuto nelle nostre discariche già sovraccaricate, evitando la formazione di gas metano e la sua dispersione nell'atmosfera, altamente dannosa per l'ambiente. In alcuni Paesi, la biomassa prodotta con i dissipatori viene usata per concimare il terreno oppure per produrre energia, utilizzata poi per il funzionamento delle città (luce, mezzi pubblici...).

Casi emblematici sono, ad esempio, quello svedese e quello kenyota. A Surahammar, il Comune ha dotato i cittadini di dissipatori alimentari InSinkErator ottenendo risultati notevoli in termini di riduzione di rifiuto inviato in discarica. Nel corso di dieci anni 3500 di 7000 abitazioni sono state fornite di questo prodotto, con il risultato di ridurre il rifiuto in discarica dalle 3600 tonnellate/anno nel 1996 alle 1400 del 2007 (=una penetrazione del 50% dei dissipatori ha provocato un risparmio di ben oltre il 60%.) Con la biomassa ottenuta dal cibo spezzettato, è possibile inoltre produrre (oltre al fertilizzante) nuova energia utilizzando quel metano che altrimenti andrebbe disperso nell'aria. Ne sa qualcosa Culhane che, a Nairobi, utilizza un dissipatore InSinkErator per assemblare più famiglie in una sola unità e fornire loro energia elettrica. Con i 400 dollari spesi per l'acquisto di un dissipatore, più famiglie possono godere dell'elettricità necessaria.

In Inghilterra, AMDEA (Association of Manufacturers of Domestic Electrical Appliance) - l'equivalente del nostro CECED- ha stilato in modo ufficiale il risparmio energetico che si avrebbe con una maggiore penetrazione di dissipatori nel mercato nazionale. Il calcolo è disponibile sul link: http://www.food-waste-disposer.org.uk/calculator: il solo 10% in più porterebbe a creare energia sufficiente per tutta la città di Exeter.
In Italia, il progetto di ricerca applicata conclusosi nel 2012, promosso da ANIMA e SMAT nella città di Chieri (TO) con il supporto scientifico del Dipartimento di Chimica Università di Verona e del Politecnico di Torino Dipartimento di ingegneria del territorio, dell'ambiente e delle geotecnologie e la partecipazione di ATO Rifiuti e Provincia di Torino - Servizio gestione risorse idriche, ha portato risultati interessanti. E' infatti emerso che l'utilizzo di questo elettrodomestico abbatte in modo consistente i costi di raccolta (porta a porta) e di trasporto della Forsu. Potenzialmente se tutte le 22 milioni di famiglie italiane fossero dotate di questo sistema, si verificherebbe un decremento di costi pari a ben oltre mezzo miliardo di euro all'anno.


Marilisa Romagno
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