01/01/2013 - 01:00

Scoperta Epocale al CERN: Ricreato mini Big-Bang

Temperature di migliaia di miliardi di gradi, paragonabili a quelle esistite nei primi milionesimi di secondo dopo il Big Bang, sono state ricreate oggi nel più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. L’esperimento si colloca nel contesto del progetto Alice, volto a studiare le condizioni dei primi istanti di vita dell’universo, al fine di scoprire ciò che tiene insieme gli atomi e gli conferisce la loro massa.
Le temperature raggiunte, inimmaginabili sulla Terra, non esistono nemmeno nel cuore incandescente delle stelle e le aspettative dei fisici sono altissime. Sono state ottenute grazie allo scontro tra 208 nuclei di piombo riuniti in due fasci che correvano l’uno contro l’altro, ognuno con un’energia eccezionale (pari a 2,75 Teraelettronvolt). Nell’impatto, i nuclei si sono schiantati con una violenza tale da sbriciolarsi nei loro componenti base, dando vita al plasma osservato. A queste temperature, infatti, i “pacchetti di particelle” - che in condizioni normali sono saldamente intrappolati nel nucleo - si sciolgono in una sorta di zuppa di materia.

"Con questi primi esperimenti abbiamo cominciato già a vedere qualcosa e comincia a partire un programma di fisica per studiare il comportamento dell'universo nei suoi primi istanti di vita'' - ha detto Federico Antinori, coordinatore delle misure relative alle collisioni di ioni pesanti dell'esperimento Alice (che studia appunto lo stato della materia nei primi istanti dell'universo, una frazione di secondi dopo il Big Bang) e della sezione di Padova dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Alle temperature estreme ottenute oggi, inesistenti perfino nel cuore delle stelle, diventa infatti possibile osservare la materia primitiva, com'era prima che assumesse le caratteristiche che ha attualmente.

Dopo le prime collisioni ad alta energia tra protoni 1, avvenute il 30 marzo scorso, questo è un nuovo successo per il superacceleratore Lhc, al quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

"È la prima volta che porzioni di materia più vaste rispetto a singoli protoni vengono sottoposte a temperature così elevate. Quello che si verifica in queste condizioni è una transizione di fase, ossia qualcosa di simile a quello che accade quando l'acqua diventa vapore o quando un metallo si scioglie", ha spiegato Roberto Petronzio, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Una scoperta epocale, dunque, che promette sviluppi nell’immediato futuro: altre quattro settimane di raccolta dati ed analisi, per un risultato che potrebbe aprire una nuova era e rivoluzionare l’attuale conoscenza scientifica e la comune percezione dell’Universo.
Vesna Tomasevic
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