23/10/2014 - 14:31

Sblocca Italia, trivellazioni: il no del Movimento 5 Stelle e le ragioni del governo

L'articolo 35 del decreto "Sblocca Italia" ha stabilito che sia la commissione nazionale di esperti, che opera all'interno del ministero dell'Ambiente, ad occuparsi delle procedure di valutazione di impatto ambientale relative ai progetti di esplorazione e sviluppo di idrocarburi, sia in terraferma che in mare.
A precisarlo è stato il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, rispondendo, nel corso del question time che si è svolto nell'Aula della Camera, a un'interrogazione con cui un nutrito gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle, capeggiato fa Giorgio Sorial Girgis, chiedeva conto al governo delle iniziative per prevedere forme di concertazione con le Regioni e le comunità locali in materia di politica ambientale ed energetica, con particolare riferimento alla realizzazione di inceneritori e allo svolgimento di attività estrattive. 
 
Nel corso dell'esame del decreto "Sblocca Italia" in commissione, ha continuato il ministro, sono state introdotte nel testo varie modifiche a questa materia proprio nel senso auspicato dalle Regioni. E' infatti stata ribadita la necessità della Via per la realizzazione delle opere di trivellazione, in particolare per quelle in mare, al fine di dimostrare l'assenza di effetti sulla costa. Tutto questo è avvenuto con il consenso del governo, che ha inteso in tal modo confermare la rilevanza della tutela dell'ambiente e, in particolare, il rispetto del quadro costituzionale e la collaborazione con le regioni, ha aggiunto il ministro. 
 
Per quanto riguarda poi il tema della gestione dei rifiuti, la rappresentante del governo ha ribadito quanto già espresso - sempre nel corso del question time a Montecitorio - dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ovvero che spetta alle Regioni mantenere un ruolo centrale ed attivo nell'attuazione del sistema delineato dall'articolo 35 del decreto "Sblocca Italia", in particolare nel testo approvato dalla commissione ed ora all'esame dell'Aula di Montecitorio. 
 
In primo luogo, si prevede che il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, volto a ridisegnare il sistema integrato di gestione dei rifiuti, sia adottato con il pieno coinvolgimento delle regioni attraverso il parere della Conferenza Stato-regioni e il rispetto della pianificazione regionale. Inoltre, negli impianti di recupero energetico dovrà comunque essere assicurata priorità di accesso ai rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale e sarà inoltre previsto un contributo a favore della regione che dovesse accogliere rifiuti di provenienza extra-regionale nella misura massima di 20 euro per ogni tonnellata di rifiuto, che confluirà in un fondo regionale destinato alla prevenzione della produzione dei rifiuti, all'incentivazione della raccolta differenziata, a interventi di bonifica e al contenimento delle tariffe. Inoltre, l'autorizzazione a saturazione del carico termico degli impianti di recupero energetico, sia esistenti che da realizzare, sarà subordinato alla valutazione della compatibilità ambientale dell'impianto, alle disposizioni dello Stato e della qualità dell'aria, ha spiegato il ministro. 
 
In sede di replica la deputata Mirella Liuzzi, cofirmatrice dell'interrogazione, si è detta non soddisfatta della riposta del ministro ricordando come la Conferenza Stato-Regioni abbia dato parere contrario al decreto "Sblocca Italia" e la commissione Bilancio ne abbia sottolineato la mancanza di coperture. "Stiamo parlando in realtà di un decreto che è carente dal punto di vista democratico perché bypassa completamente le comunità locali e le Regioni" ha detto la Liuzzi.
 
Clicca qui per scaricare il resoconto dei lavori dell'Aula con la discussione dell'interrogazione. 
Rosamaria Freda
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