01/01/2013 - 01:00

Rotoprint: 18mila km di imballaggi recuperati

In poco più di due anni con gli imballaggi recuperati alla Rotoprint di Lainate si potrebbe costruire una striscia di materiale lunga come tutta la circonferenza della Terra. Migliaia di metri di imballaggi nuovi, ma inutilizzabili, mandati al macero. Anche questo è uno dei problemi (e dei costi) con cui hanno a che fare tante aziende: fanno stampare bobine su bobine di incarti per i loro prodotti ma spesso queste diventano obsolete prima di poter essere utilizzate.
Alla Rotoprint di Lainate (MI) ogni anno se ne recuperano 18mila chilometri, grazie al sistema di sovrastampa brevettato dal titolare, Gian Carlo Arici. Gli imballaggi vengono stampati in anticipo, per essere a disposizione delle linee di produzione. Ma poi cambiano le leggi sulle etichette, i colori del marchio, oppure il settore marketing decide di rinnovare la grafica del prodotto. O ancora, si smette di produrre certi articoli prima che il materiale per imballarli sia esaurito. «Un tempo il destino di questo materiale era la discarica, ma oggi non è più pensabile tenere un atteggiamento del genere -commenta Gian Carlo Arici-: i costi di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti sono aumentati, così come i costi di produzione del nuovo materiale. E poi, per fortuna, una coscienza ambientale sempre più diffusa, anche fra gli imprenditori, rende intollerabile un tale spreco».

«Ci vuole poco a rendere un imballaggio inservibile: basta che cambi un piccolo particolare grafico, o semplicemente basta che il prodotto a cui era destinato il packaging venga messo fuori produzione. La soluzione per questo materiale, che ha il solo difetto di essere obsoleto, non può e non deve essere la discarica» continua Arici. Che quarant'anni fa, con la sua Rotoprint, ha messo a punto uno speciale sistema di sovrastampa a registro in Rotocalco per modificare ogni tipo di packaging. «L'idea è nata per soddisfare la richiesta di un produttore che voleva correggere il prezzo riportato su un incarto di ravioli -ricorda Gian Carlo Arici-. Da allora il sistema da noi brevettato non serve solo a modificare con precisione piccoli dettagli, ma possiamo operare un riciclo totale che cambia completamente volto all'imballaggio, così da destinarlo addirittura ad articoli diversi da quelli per cui era nato». Il materiale vecchio può essere totalmente trasformato con l'inserimento di nuove grafiche oppure mediante un procedimento di metallizzazione. Partendo dalla fascia fornita dal cliente si può ottenere un prodotto di qualsiasi misura pari o inferiore, rifilando -in questo ultimo caso- la larghezza della bobina fino alla misura richiesta.

Un modo semplice e innovativo per recuperare tonnellate di materiale in giacenza nei magazzini. E anche l'ambiente ringrazia: in un solo anno arrivano a Rotoprint, pronti a iniziare la loro nuova vita, oltre 18mila chilometri di materiali accoppiati in bobina, come dire un viaggio di andata e ritorno fra Milano e Rio de Janeiro. L'impegno di Rotoprint per l'ambiente e la qualità del suo lavoro sono riconosciuti da diversi enti: l'Associazione Americana PLGA Global ha conferito una menzione d'onore a Rotoprint all'ultima edizione dei Print Quality Awards, tenutasi a Miami (Florida) e la E.R.A (European Rotogravure Association) ha premiato l'azienda con l'Innovation Award 2011.
Tommaso Tautonico
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