01/01/2013 - 01:00

Rinnovabili: luci e ombre secondo Ises Italia

Lo schema del ddl di recepimento della Direttiva 2009/28 sulle fonti rinnovabili ha suscitato opinioni contrastanti. A seguito di un'approfondita analisi delle norme contenute nel documento, il Presidente di ISES ITALIA, Giovanni Battista Zorzoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito.
 
"Innanzitutto va sottolineata l'attenzione che lo schema di decreto dedica al tema dell'informazione" ha dichiarato Zorzoli "il cui deficit attuale rappresenta uno degli ostacoli principali allo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza, attraverso tre azioni: la realizzazione da parte del GSE di un portale informatico; accordi del GSE con le autorità locali e regionali, per elaborare programmi d'informazione, sensibilizzazione, orientamento o formazione al fine di informare i cittadini sui benefici e sugli aspetti pratici dello sviluppo e dell'impiego di energia da fonti rinnovabili; modalità (da stabilire) con cui fornitori o installatori informano i clienti sui costi e le prestazioni degli impianti. Il ruolo fondamentale assegnato al GSE è di per sé una garanzia, purché gli siano assegnate le risorse necessarie, onde evitare che il nuovo impegno vada a detrimento di quelli già in essere."
 
"Importanti sono anche le prescrizioni per la formazione degli addetti all'attività di installazione di impianti su piccola scala che utilizzano rinnovabili o aumentano l'efficienza energetica, attraverso l'estensione a livello nazionale di pratiche che hanno fortemente contribuito alla diffusione di tale impiantistica in alcune realtà del Paese, come la provincia autonoma di Bolzano."
 
"A un'analisi più approfondita, rispetto a quanto criticato nella dichiarazione del primo dicembre - riduzione (da abolire) del 30% del prezzo di ritiro da parte del GSE dei CV- per le iniziative che godono e/o andranno a godere del diritto ai CV sono viceversa emersi altre scelte molto preoccupanti. Per il periodo residuo di funzionamento, dopo il 2015 tali iniziative godranno di un incentivo (comma 3 dell'art. 22) non ancora stabilito, ma diversificato per fonte e per scaglione di potenza. Fino a quando non verrà emanato il relativo decreto, si creerà una situazione d'incertezza, che come minimo metterà a rischio investimenti già decisi. Ad aggravare la situazione, la quota d'obbligo verrà ridotta gradualmente fra il 2012 e il 2015 e la relativa base d'obbligo non includerà più l'energia elettrica importata, col risultato di aumentare la forbice fra offerta e domanda dei CV e di ridurne il prezzo sul mercato, obbligando i produttori a ricorrere al ritiro GSE, il cui meccanismo comporta un ritardo di 15 mesi dopo dalla prima data utile di vendita di CV, allungando così i termini di esposizione verso il sistema finanziario. Negli impianti a biomassa in tal modo verrà altresì a mancare la tempestiva copertura per l'acquisto della materia prima, col rischio, in molti casi, di una chiusura anticipata degli impianti stessi."
Questo insieme di fattori, uniti al blocco di fatto, già denunciato, allo sviluppo di impianti fotovoltaici in aree agricole, non solo rischia di provocare danni economici e occupazionali, ma anche di rendere arduo il conseguimento degli impegni assunti col PAN" ha concluso il presidente.
Lisa Zillio
autore