23/06/2014 - 21:00

Rinnovabili: lo "spalma incentitvi" non piace alla stampa estera. Critici Wall Street Journal e Financial Times

Il decreto "spalma incentivi" non piace neanche oltreoceano. Dopo le numerose critiche che il provvedimento ha ricevuto nel nostro Paese (in particolare dalle associazioni di settore) ora è la volta della stampa estera, in particolare del Wall Street Journal e del Financial Times, che non vedono di buon occhio la mossa messa a punto dal governo per tagliare gli incentivi al settore delle rinnovabili.
Ma vediamo nel dettaglio cosa dicono i due quotidiani. In un articolo pubblicato sul Wall Street Journal dal titolo molto esplicativo, "Renzi piega i mulini a vento", Michael Bonte-Friedheim sostiene che il premier Renzi creda "che il mercato abbia memoria corta", e non vede di buon occhio la strada da lui intrapresa nel settore energetico. 
 
"A quanto pare il governo italiano ha un rapporto difficile con il capitale privato. Piazza Colonna ha recentemente annunciato le prime privatizzazioni del governo in sei anni, per un totale di 12 miliardi di euro di attività, al fine di ripagare parte del debito pubblico. Fin qui, tutto bene" si legge nell'articolo. "Negli ultimi cinque anni, gli investitori hanno versato oltre 50 miliardi di euro in energia rinnovabile in Italia, costruito circa 17 gigawatt di capacità fotovoltaica e 6 gigawatt di capacità eolica. Le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 34% della produzione di energia elettrica italiana nel 2012, dai 20% nel 2008, il più grande salto tra le grandi economie europee in quel periodo. Come per tutti gli investimenti a lungo termine, un quadro giuridico chiaro è stato fondamentale per attrarre i fondi per le rinnovabili italiane. Ora che il denaro è stato speso e gli impianti funzionano, Renzi vuole stracciare i contratti e selettivamente spazzare via gli investitori, anche se i costi di rinnovabili sono solo una piccola parte della bolletta energetica italiana" dice Bonte-Friedheim.
 
"Volutamente, il governo italiano non prende di mira i servizi inefficienti e costosi forniti dalle grandi compagnie energetiche, come la grande compagnia di energia elettrica Enel. Recentemente, Enel ha presentato un piano strategico di investimenti per oltre 9 miliardi di euro nei mercati emergenti finanziati in gran parte dai ricavi generati dai consumatori italiani. La proposta di Piazza Colonna non prende in considerazione nemmeno la distribuzione locale e le società di fornitura controllate dai comuni italiani" continua l'articolo. 
 
Più o meno dello stesso avviso anche il Financial Times che in un articolo dell'italiana Giulia Segreti sostiene che la strada intrapresa dal governo Renzi nel settore delle rinnovabili minerà la credibilità del settore agli occhi degli investitori nazionali ed internazionali mettendo a serio rischio la possibilità di attrarre nuovi investimenti. L'articolo ricorda le critiche piovute sul testo da Assorinnovabili e dall'ex capo della Corte costituzionale, Valerio Onida, che ha definito il provvedimento "anticostituzionale". "Queste misure porterebbero al fallimento di una maggioranza delle iniziative imprenditoriali degli ultimi anni" dice Assorinnovabili, avvertendo che 10.000 posti di lavoro sarebbero a rischio.
 
"Inutile dire che questa decisione potrebbe minare la possibilità che l'Italia continui ad attrarre capitali stranieri per gli investimenti futuri", dichiara nell'articolo Federico Giannandrea, direttore dell'ufficio italiano di Foresight, società indipendente che gestisce investimenti di private equity. "Stiamo ancora valutando l'impatto finale dei tagli proposti dal governo sui nostri progetti" conclude Giannandrea. 
Rosamaria Freda
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