23/05/2015 - 21:31

Rinnovabili: entro maggio nuovo decreto incentivi. Ma non piace alle associazioni di settore

Entro la fine del mese di maggio verrà varato un nuovo decreto che rimodella gli incentivi per il settore delle rinnovabili, escluso il fotovoltaico. Ad annunciarlo è stato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, nel corso dell'audizione, nella commissione Industria del Senato, sugli obiettivi futuri del Mise.
Il testo è stato già inviato dal ministero dello Sviluppo Economico alla Conferenza Stato Regioni per il parere, prima dell'approvazione definitiva.
 
Il provvedimento conferma il tetto dei 5,8 miliardi di euro stabilito con il precedente decreto del 2012, anche se vengono aggiornate le modalità per il calcolo.
 
Accedono ai meccanismi di incentivazione stabiliti dal decreto, previa iscrizione nei registri in posizione tale da rientrare in limiti specifici di potenza, gli li impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati (se la relativa potenza non è superiore alla potenza di soglia), quelli ibridi, la cui potenza complessiva non è superiore al valore di soglia della fonte rinnovabile impiegata e quelli in via di rifacimento totale o parziale e di potenziamento. 
 
 Ma il provvedimento non soddisfa per niente le associazioni di settore. Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente si tratterebbe di "un green act al contrario". " Il futuro delle rinnovabili è nella generazione distribuita, che questo decreto penalizza, e nello stop agli incentivi per mega impianti a biomasse e inceneritori, che invece vengono generosamente foraggiati" ha aggiunto Zanchini. 
 
"Ci auguriamo davvero che il governo Renzi non voglia approvare, dopo lo spalma-incentivi che ha penalizzato il solare e lo Sblocca Italia che ha rilanciato le trivellazioni di petrolio e gas, un ennesimo provvedimento nel settore energetico che risponde solo alle richieste di alcune lobby e va contro gli interessi dei cittadini e dell'ambiente. In questa fase, la richiesta delle imprese delle rinnovabili non è di avere più incentivi ma, al contrario, di cancellarli per gli impianti che non sono alimentati da fonti rinnovabili, come gli inceneritori e i mega impianti a biomasse, e di introdurre semplificazioni nella direzione dell'autoproduzione da energie pulite per imprese e cittadini" ha concluso il vicepresidente di Legambiente. 
 
"La bozza di decreto sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, attesa da tempo dalle associazioni del settore, è a dir poco contraddittoria, imbarazzante e senza senso" ha detto in una nota il Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa oltre 30 associazioni del settore. "Da una parte il governo propone bassissimi incentivi, che bloccano le prospettive di sviluppo futuro, dall'altra lo stesso governo ha annunciato un Green Act che punta a rilanciare le politiche ambientali, avviando un confronto positivo con diversi attori per sfruttare al meglio l'occasione della conferenza sul clima di Parigi a dicembre"  ha continuato Free. 
 
Secondo il coordinamento, il governo, per venire incontro alle esigenze del settore delle rinnovabili, dovrà in primo luogo procedere ad una definizione chiara di un obiettivo di decarbonizzazione al 2050, come fatto da Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Francia e la stessa UE (riduzione dell'80-90% delle emissioni climalteranti rispetto al 1990) e poi mettere mano ad una chiara strategia di crescita delle rinnovabili elettriche, con interventi sulle reti, sugli accumuli e, elemento decisivo, sul mercato elettrico. 
Rosamaria Freda
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