14/05/2013 - 15:30

Rinnovabili: "Bioeconomia: scelte europee, opportunità italiane"

Si è svolto giovedì 9 maggio alla Tenuta Il Cicalino di Massa Marittima un approfondito seminario sulla Bioeconomia organizzato dalla Fondazione Arare con la partecipazione di esperti, accademici, imprenditori e politici.
Un confronto e un'analisi sull'uso intelligente delle risorse biologiche e rinnovabili, provenienti dalla terra e dal mare, finalizzato ad uno sviluppo industriale ed energetico ecologicamente e socialmente sostenibile. Il seminario ha informato e "avvisato" gli "attori locali" su come si sta muovendo la Commissione Europea in materia di energie rinnovabili, per essere pronti ad intraprendere la sfida della bioeconomia e quindi essere competitivi sul mercato mondiale. La Commissione Europea sta sostenendo infatti un processo decisionale volto a tradurre in atti normativi coordinati una strategia indirizzata all'innovazione per una crescita sostenibile dell'economia continentale, rendendola più efficiente e competitiva, con un positivo e significativo impatto sui livelli occupazionali. Nella sua relazione il parlamentare europeo On. Paolo Bartolozzi ha sottolineato che "il settore della biodinamica ha in prospettiva un valore stimato in circa 2000 miliardi di euro, in grado di generare in Europa 22 milioni di posti di lavoro".

Le iniziative della Commissione traggono spunto dalla considerazione che le riserve naturali mondiali, l'aumento della pressione sulle materie prime rinnovabili e gli effetti globali dei cambiamenti climatici, impongano un uso razionale delle risorse. Pertanto un approccio innovativo ed efficiente garantirà un utile supporto allo sviluppo rurale, alla riduzione delle emissioni in atmosfera, un'accentuata sostenibilità dei cicli produttivi e la diffusione dell'innovazione industriale lungo l'intera catena del valore. Per quanto riguarda i tempi di attuabilità si parla del prossimo anno. "Questa direttiva specifica sulla bioeconomia - ha concluso l'On. Bartolozzi - potrebbe entrare in vigore già dal 2014 perché fa parte del programma nuovi fondi strutturali 2014-2020 che sono più mirati, specifici, incisivi ed innovativi rispetto ad altri che già esistono ma sono focalizzati più sulla ricerca".

In altri termini le Autorità europee stanno finalmente operando in termini reattivi e lungimiranti al paventato declino economico del Vecchio Continente, a fronte del dinamismo dei Paesi emergenti. Prendendo atto di questa volontà della Commissione europea, i lavori del Seminario sono stati aperti dal Presidente della Fondazione Arare, Vito Bianco che ha sottolineato come "con questo incontro vogliamo creare un'occasione di approfondimento di questi temi, con particolare riguardo alle cadute positive che può avere nel nostro contesto economico e sociale. Ed è positivo che sia un'autorevole esponente italiano del Parlamento europeo ad articolare un passaggio importante di questo progetto. Proprio l'Italia ha maturato particolare sensibilità su queste tematiche perché la situazione del nostro Paese richiede interventi di ampio respiro che aprano orizzonti nuovi e costituiscano volani di rilancio delle attività produttive. Il fronte della produzione di energia da fonti rinnovabili è quanto mai aperto per un paese che importi a caro prezzo gran parte dell'energia che consuma. Con una domanda che dovrebbe aumentare, superata la negativa congiuntura, del 18% nei prossimi 15 anni. Si possono prospettare, quindi, grandi opportunità per tale comparto a beneficio dei territori investiti e dell'intera collettività".

A seguire, gli interventi del Prof. Enrico Bonari, Vice Direttore della Scuola Superiore Sant'Anna, e di Ugo Sciarretta, Direttore di Terrae SpA, hanno analizzato in maniera specifica, ognuno nel suo campo di pertinenza, i punti salienti e le opportunità di crescita e sviluppo se passasse questa nuova strategia europea di indirizzare l'economia del continente verso un più ampio uso delle risorse rinnovabili a sostegno di una crescita sostenibile. Nello specifico il Prof. Bonari, che è anche il Direttore del Centro di Ricerca Interuniversitario sulle Biomasse da Energia, ha presentato un rapporto di sostenibilità territoriale per ricreare energia in Toscana da biomasse. "In Italia ci sono circa 17 milioni di tonnellate di biomasse da residui agricoli forestali e agroindustriali non utilizzati che potrebbero generare 8/10 tonnellate di corrente e petrolio. Strategie politiche sbagliate, però, hanno portato ad una progressiva e importante perdita di ettari di superficie agricola coltivata. Credo sia necessario tornare a coltivare e a produrre qualunque cosa abbia un valore economico definito. Il nostro territorio è in grado di sostenere la produzione di energia, ma occorre: massima decentralizzazione dell'energia, valorizzazione delle biomasse residuali agricole e forestali ed esaltazione delle vocazionalità delle aree agricole e industriali".

Da un punto di vista più politico, Gianni Bonini, Delegato italiano al CIHEAM, ha affermato "è il momento per sedimentare la cultura dell'innovazione e cacciare i fantasmi dell'anti politica sapendo che il Paese ha bisogno di strutture forti e di risorse per non affrontare solo teoricamente le problematiche riferite all'esportazione nelle zone dell'area mediterranea. L'attuale nostra situazione economica richiede interventi di ampio respiro che aprano orizzonti nuovi e costituiscano volani di rilancio delle attività produttive". Federico Vecchioni, Vice Presidente Accademia dei Georgofili, nelle sue conclusioni ha evidenziato le opportunità e i vantaggi che il progetto può offrire. "Siamo pronti a mettere a disposizione esperienze imprenditoriali e accademiche di primario livello - ha chiosato - e siamo certi che la politica potrà e saprà fornire un prodotto normativo rispondente alle aspettative, oltre ad appropriati strumenti per la crescita economica e per un importante incremento dei livelli occupazionali. Dobbiamo essere preparati ad utilizzare questa occasione della bioeconomia, che porterà importanti risorse in Italia, in Toscana e anche in Maremma, affinchè questo dossier abbia le giuste ricadute. Essere pronti significa ricreare un clima di fiducia, attivando un rapporto positivo tra industria, tecnologia e agricoltura per rimettere in piedi quel percorso virtuoso che parte dalla morfologia produttiva di questo Paese".

"Noi da domani - ha concluso Vecchioni - seguiremo, anche grazie all'ausilio dell'On Bartolozzi, questa pratica che ha origini da Bruxelles e ricreeremo altre occasioni di confronto. Quando il documento sarà in fase più avanzata, si tratterà di stimolare processi di integrazione tra gli imprenditori e coinvolgere le Istituzioni locali. Ad oggi, la prima istituzione con cui era importante un confronto era appunto l'Europa".
Marilisa Romagno
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