26/11/2013 - 13:30

Rinnovabili, bioarchitettura, mulini: la filiera biologica marchigiana è bio

Le cooperative agricole socie del Consorzio Marche Biologiche adottano un approccio sostenibile alla coltivazione e rispettoso dell'ecosistema, riscoprendo allo stesso tempo un rapporto più equilibrato con la natura, l'ambiente e le persone che vi lavorano e vi abitano. Sfruttano così l'energia di fonti rinnovabili (eolico, solare, agroenergia), valorizzano testimonianze storiche presenti sul territorio, costruiscono impianti ed edifici secondo i canoni della bioarchitettura.
Nelle Marche l'agricoltura biologica va di pari passo con l'ecosostenibilità ambientale: l'una sostiene e rafforza l'altra per affermare un modello di gestione del territorio pulito, sano e sicuro sia per i produttori sia per i consumatori, ma soprattutto per le generazioni future. La consapevolezza che il rapporto uomo-natura debba essere riequilibrato, non solo per la salvaguardia dell'ambiente, sempre più compromesso, ma anche al fine di aiutare l'uomo a riacquisire la dignità della propria essenza, possibile solo nel pieno rispetto dell'ecosistema che lo cinge e gli consente vita, detta le regole per alcune azioni ispirate alla sostenibilità. Prima di tutto le cooperative socie del Consorzio Marche Biologiche adottano un approccio sostenibile alla coltivazione, che vieta l'uso di pesticidi, di diserbanti e varietà OGM affinchè al consumatore giungano alimenti non trattati chimicamente e non modificati geneticamente in nessuna delle numerose fasi che intercorrono tra produzione e consumo. Oltre a ciò ognuna delle cooperative socie conduce dei comportamenti ambientali ecosostenibili (produzione di energia da fonti rinnovabili, bioarchitettura, valorizzazione di fonti storiche come mulini ad acqua) che riscoprano un rapporto più equilibrato con la natura, l'ecosistema e le persone.
Ad esempio, l'edificio in cui ha sede la Cooperativa La Terra e Il Cielo di Piticchio di Arcevia (AN) è costruito in base ai più innovativi criteri della bioarchitettura e del feng-shui per garantire un ambiente salutare a chi vi lavora e al contempo una condizione di salubrità ai prodotti biologici che nel magazzino vengono stoccati e movimentati. Tutti gli impianti ad esso collegati sono alimentati da un impianto fotovoltaico da 85 kilowatt, che consente l'autonomia energetica dell'impresa. "Ci teniamo a sottolineare che il fatto di mettere l'impianto sul tetto della nostra azienda - spiega Bruno Sebastianelli, presidente de La Terra e il Cielo - anche se non garantisce il massimo della produzione, rispetta la convinzione che il nostro paesaggio collinare e agricolo vada salvaguardato. Per questo, pur essendo sostenitori dell'energia rinnovabile, siamo contrari agli impianti realizzati sui campi". La Terra e il Cielo sfrutta, inoltre, l'attività molitoria del Molino Spoletini, in località Piticchio di Arcevia, a pochissimi chilometri dalla sede della cooperativa. Si tratta di un mulino a pietra, azionato dalla forza motrice dell'acqua, risalente addirittura al XV secolo, a ridosso di un boscoso avvallamento del fiume Misa. La macinatura rappresenta un'attività fondamentale per la Cooperativa perché è il processo che permette alle farine di mantenere le qualità nutrizionali e organolettiche insite nei cereali per le successive trasformazioni. La maestria del mugnaio che collabora da sempre con la Cooperativa, discendente da una stirpe di mugnai del luogo, porta un valore aggiunto determinante e mantiene a Piticchio una testimonianza culturale e di economia tradizionale di valore inestimabile.

Anche l'attività della Cooperativa Italcer di Osimo (AN) è fondata sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il 12 febbraio 2007 la Cooperativa, anche a seguito alla crisi del sistema bieticolo marchigiano, partecipa alla costituzione della "Komaros Agroenergie Srl", sottoscrivendone una quota del 35% del capitale sociale, con l'obiettivo di sviluppare una filiera agroenergetica nell'ambito della produzione di energia elettrica, utilizzando olio di semi di girasoli. Komaros Agroenergie si occupa dunque, in simbiosi con la cooperativa Italcer, del ritiro e dello stoccaggio della granella. Procede alla spremitura tramite estrazione meccanica a freddo con la conseguente produzione di olio di semi di girasole energetico e di pannello proteico (da destinarsi ad uso zootecnico). Trasforma, infine, l'olio vegetale in energia elettrica, tramite l'impianto di cogenerazione Heliantus 1, collocato presso il Palarossini di Ancona. Questo cogeneratore produce energia elettrica, ceduta alla rete (Gse), e calore convogliato alla centrale termica quale alternativa alle caldaie alimentate con combustibile fossile, raggiungendo il duplice obiettivo sia di risparmio energetico che di minor impatto ambientale.
Dal 1989 Gino Girolomoni, fondatore della Cooperativa Agricola omonima, ha fortemente abbracciato l'importanza delle energie da fonti rinnovabili, investendo su un prototipo di pala eolica da 200 kwh. Successivamente a quel prototipo da 200 Kwh, la Cooperativa ha inaugurato nel 2009 un impianto eolico da 20 kwh, che ha sostituito quello precedente, e nel 2011 un impianto fotovoltaico da 116,9 kwh, situato sul tetto del nuovo edificio della cooperativa che ospita le nuove linee di pastificazione. Entrambi producono il 20% dell'energia che anima la Cooperativa Agricola Gino Girolomoni di Isola del Piano (PU), il resto dell'energia (verde) proviene da fonti rinnovabili, pagata un prezzo più alto rispetto all'energia da carbone o da petrolio. Anche il magazzino in legno, adibito allo stoccati dei prodotti finiti pronti per essere spediti in tutto il mondo, inaugurato a fine del 2005, è costruito in base ai dettami della bioedilizia e copre una superficie di oltre 1.000 mq.
Tommaso Tautonico
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