01/01/2013 - 01:00

Ridare luce all'Africa? E' possibile

Sconfiggere la povertà con un'idea semplice. L'invenzione di un ingegnere ha vinto il premio Sasakawa del Programma Ambientale delle Nazioni Unite per il 2009-2010.
Ancora un'iniziativa per andare contro la povertà energetica diminuendo la necessità delle pericolose lampade al kerosene a cui sono inevitabilmente legate molte comunità rurali nei paesi indigenti. Si tratta di Nuru Light, impresa sociale e al tempo stesso un progetto ad alta sostenibilità per il sud del Mondo lanciato nel 2008 dall'ingegnere, canadese nonostante il nome, Sameer Hajee. Alla base di tutto, la volontà di fornire un'alternativa economica, sicura ed ecologica a quanti non hanno accesso alla rete elettrica concretizzatasi nell'invenzione di Hajee: un dispositivo di illuminazione da caricare in maniera rinnovabile, attraverso il sole o più semplicemente pedalando.
"La nostra prima area d'azione in Africa è stata il Ruanda e abbiamo già avviato l'attività in Burundi e Uganda. Entro la fine del 2010 prevediamo di essere in tutti i paesi della regione dell'Africa orientale, tra cui il Kenya e la Tanzania, dimora nel loro complesso di oltre 120 milioni di persone che vivono senza elettricità".
Quello dell'illuminazione è una questione a volte sottovalutata, ma che nasconde difficoltà non da poco; basti pensare alla situazione del Burundi, patria di oltre otto milioni di persone, il 98,2% delle quali non ha accesso all'energia elettrica. Per il paese più povero del mondo, con un reddito pro capite di 138 dollari all'anno, l'acquisto del gasolio necessario ai soli bisogni elettrici porta via quasi metà del reddito (dati della stessa società) con, in aggiunta, gravi problemi a carico della salute. In tal senso Nuru Light può costituire una valida soluzione. Con fondi di avviamento concessi dalla Banca mondiale, la società ha realizzato il primo sistema di illuminazione dopo 14 mesi e sperimentato con successo in una comunità del Ruanda. Ogni unità è stata pensata piccola, portatile e modulare, costituita da due LED bianchi ad alta efficienza ed una batteria NiMH ricaricabile in grado di sostenere 20 ore di luce (in modalità 2 LED) o 40 (in modalità 1 LED).
Al dispositivo può essere fornita una carica completa in modalità off-grid sia utilizzando per 20 minuti il generatore a pedali POWERCycle che con un modulo solare esterno, il POWERSolar, disegnati entrambi dalla Nuru e pensati appositamente per ospitare fino a 5 unità alla volta. Inoltre per i gruppi particolarmente vulnerabili e senza fonte di reddito, come i rifugiati, Nuru Light ha creato un ente di beneficenza chiamato Lights for Life International, con il compito di donare questi dispositivi ai bambini delle scuole nei campi profughi.
Tommaso Tautonico
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