01/01/2013 - 01:00

Quando l'Italia dice no: trasferta in Spagna per Rubbia, Nobel per la Fisica

Spagna-Italia 1-0. La penisola iberica batte quella italiana su un campo importantissimo: quello dell'energia solare.
Un rifiuto secco, tipicamente italiano, ha permesso la nascita imminente di 20 nuove centrali promosse dal più nobile dei ricercatori; il fisico Carlo Rubbia. Alimentando le già buie opinioni sulla ricerca italiana (che in realtà non sono solo opinioni) il nobel per la fisica si arrende : « Ho provato a cambiare un po' di cose, ma non ci sono riuscito». L'ex dirigente dell'Enea, per anni ha pressato sulla realizzazione di "contenitori" di energia solare termodinamica ma ha ottenuto solo il suo allontanamento dalla dirigenza dell'Agenzia nazionale.
Il Signor progetto che avrebbe dovuto partorire il prototipo a Priolo Gargallo vicino Siracusa, prima del famoso no, riguardava l'edificazione di una centrale basata su specchi parabolici costruiti da costituiti da pannelli a nido d'ape di 2 centimetri e mezzo di spessore. Ogni specchio concentra il calore del Sole su un tubo posto nel fuoco della parabola all'interno del quale scorre un fluido, un composto di sali (nitrato di sodio e nitrato di potassio) facilmente reperibili ed anche economici. Dal serbatoio, denominato «serbatoio caldo», i sali vengono inviati a uno scambiatore di calore, dove viene prodotto vapore che, come nelle centrali elettriche tradizionali,, aziona una turbina e genera energia elettrica. Il calore accumulato nel serbatoio caldo serve a compensare le irregolarità dell'irraggiamento solare e a fornire energia anche di notte. L'ideatore lo spiega così : "Come esperimento pilota i 20 megawatt raggiunti dalle tecnologie solari alla centrale di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti, consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno d'anidride carbonica. Il bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali, l'impianto si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento" . Attendiamo momenti migliori, dunque.
Claudia Francesca Gorgoglione
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