01/01/2013 - 01:00

Pubblicato dossier sullo stato dell'arte dell'acqua in Italia

Cittadinanzattiva onlus, movimento di partecipazione civica che opera in Italia e in Europa per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori, ha redatto attraverso il proprio Osservatorio Prezzi & Tariffe, autore di numerosi studi sui servizi pubblici, l'annuale dossier sul servizio idrico integrato.
"Il settore idrico - osserva Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva - puo' essere preso a paradigma delle tante facce dell'Italia: al nord si investe di piu' e le tariffe sono mediamente piu' basse, cosi' come la dispersione, al sud invece non si investe, la rete e' un colabrodo, e anche se i parametri di potabilita' sono migliori che al Nord, le continue interruzioni del servizio in molti casi non favoriscono il consumo dell'acqua di rubinetto. Al centro ci sono le tariffe medie piu' elevate"
I dati della recente indagine dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sui costi e la qualita' del servizio idrico in Italia sono allarmanti.
In un anno, infatti, una famiglia sostiene in media una spesa di 253 euro per il servizio idrico integrato.
La spesa e' salita fino al 30% in piu' a Salerno e Benevento e al 20% a Parma, mentre la media di aumento del Paese e' stata del 5,4% nell'ultimo anno.
La regione piu' cara e' la Toscana, mentre rispetto ai parametri di potabilita' ci sono otto regioni in deroga di cui sei al centro-nord.
Aumenti a due cifre per 15 citta': si parte dalla Campania (+34,3% a Salerno, +31,9% a Benevento) per arrivare in Emilia Romagna (+21,4% a Parma) passando per Basilicata (+16,1% a Potenza e Matera), Veneto (+16,3% a Padova), Lombardia (+15,9 a Lodi), Piemonte (+14,5% a Verbania), Marche (+14,4%, a Urbino) e Friuli (+12,1% Gorizia).
In generale, gli incrementi si sono registrati in 68 capoluoghi, e, secondo i dati forniti dall'Istat, da gennaio 2000 a luglio 2009 l'aumento e' stato del 47%. La Toscana e' la regione con le tariffe piu' alte, con sette tra le prime dieci citta' in cui l'acqua costa piu' cara.
Ma, riferisce Cittadinanzattiva, costi piu' elevati della media nazionale si riscontrano anche in Puglia, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Basilicata e in Sicilia, dove per esempio tra Agrigento, la citta' piu' cara d'Italia con 445 euro, e Catania intercorre una differenza di 258 euro.
Per quanto riguarda il consumo domestico, sono previste anche delle deroghe, concesse dal ministero del Welfare, di cui hanno usufruito 13 regioni negli ultimi sette anni.
Attualmente, sono otto le regioni in deroga (Lazio, Lombardia, Piemonte, Trentino, Umbria, Toscana, Campania, Puglia), per un totale di sette parametri 'fuorilegge': arsenico, boro, cloriti, fluoro, selenio, trialometani e vanadio; la regione con il maggior numero di amministrazioni comunali interessate da deroghe e' il Lazio (84 contro le 37 del 2006) per cinque parametri, cui segue la Toscana con 21 comuni (ma nel 2008 erano 69 e nel 2005 addirittura 92) e tre parametri.
Lisa Zillio
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