28/04/2014 - 18:00

Proteggere l'olio d'oliva dalla contraffazione

Pochi grammi di una nuova sostanza sono sufficienti per etichettare l'intera produzione di olio d'oliva d'Italia. Se fosse sospetta una contraffazione le particelle aggiunte sul luogo di origine potrebbero essere estratte dall'olio e analizzate, permettendo l'identificazione definitiva del produttore. "Il metodo è equivalente a un marchio che non può essere rimosso", dice Robert Grass, docente presso il Dipartimento di Chimica e Scienze Biologiche Applicate del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo.
La necessità in tutto il mondo per le etichette anticontraffazione sui prodotti alimentari è molto sentita. Per non parlare di quanto sia di estrema importanza nel nostro paese. In un'operazione congiunta tra dicembre 2013 e gennaio 2014, l'Interpol e l'Europol hanno confiscato più di 1.200 tonnellate di prodotti alimentari contraffatti o scaduti e quasi 430.000 litri di bevande contraffatte, inclusi più di 131.000 litri di olio e aceto. Il commercio illegale è notoriamente gestito da gruppi criminali organizzati che generano milioni in profitti.
 
Un'etichetta a prova di falso dovrebbe essere non solo visibile ma anche sicura, affidabile, economica e facile da rilevare. Per soddisfare questi criteri i ricercatori dell'ETH hanno utilizzato la nanotecnologia e quella particolare memoria tipica della natura che è il DNA. Un pezzo di materiale genetico artificiale è il cuore della micro-etichetta."Con il DNA ci sono milioni di opzioni che possono essere utilizzate come codici ", spiega Grass. Inoltre, il materiale ha un limite di rilevazione estremamente basso, così sono sufficienti piccole quantità per tale rivoluzionaria etichettatura. Ma i ricercatori si sono spinti oltre, utilizzando un rivestimento di silice per proteggere il DNA, una barriera fisica contro gli attacchi chimici che lo isola completamente dall'ambiente esterno, imitando i fossili naturali. Per garantire che le particelle possano essere rintracciate in modo rapido e semplice, Grass e il suo team lavorano ad un'altra idea: magnetizzare l'etichetta attaccandovi nanoparticelle di ossido di ferro.
 
Gli esperimenti in laboratorio hanno dimostrato che le piccole etichette si disperdono bene nell'olio senza comportare alcun cambiamento visivo, rimanendo stabili al calore e non alterando il processo di invecchiamento indotto. Il DNA è stato recuperato con una soluzione a base di fluoruro e analizzato mediante PCR, un metodo standard che può essere effettuato da qualsiasi laboratorio medico con una minima spesa. Sono sufficienti fino a un milionesimo di grammo per litro e volumi di un millesimo di litro per effettuare le prove di autenticità; di più, si possono anche individuare sofisticazioni, perché se la concentrazione di nanoparticelle non corrisponde al valore originale, altro olio (presumibilmente scadente) è stato aggiunto. Il costo di produzione di questa etichetta dovrebbe essere di circa 0,02 centesimi al litro.
 
Resta il dubbio di cosa penseranno i consumatori prima di acquistare l'olio extravergine contenente nanoparticelle di DNA sintetico. I ricercatori si sono già posti questa domanda, indirizzando i loro studi verso un materiale genetico naturale, contenuto ad esempio in alcuni pomodori esotici o nell'ananas. "Vale sempre la regola che la nuova tecnologia deve produrre benefici che superano di gran lunga i rischi" dice Grass. " Nel caso di beni contraffatti, non c'è modo di sapere cosa c'è dentro. Quindi preferisco sapere quali particelle, possibilmente naturali, sono state intenzionalmente aggiunte e perché". Una modifica accettabile insomma, purché sia tutelata l'autenticità, anche con tecnologie all'avanguardia, di prodotti preziosi come l'extravergine d'oliva, oro verde per le nostre tavole e per la nostra salute.
 
(autore: Giacomo Matera Capicciuti)
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