25/11/2012 - 18:22

Probio: la Puglia si avvicina a Kyoto

La settimana scorsa in Puglia, Giovanni Epifani consigliere del PD, ha annunciato la realizzazione di una banca dati delle biomasse agricole. La banca dati mira ad un monitoraggio del potenziale di biomassa di tutto il territorio pugliese che potrebbe essere utilizzato per la produzione di energia.
L'iniziativa rientra tra i programmi finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole e dalla Regione Puglia nell'ambito del Programma Nazionale Biocombustibili (PROBIO).

PROBIO rappresenta infatti il primo strumento di attuazione operativa di altri due programmi volti ad avvicinarsi agli obbiettivi del protocollo di Kyoto attaraverso la riduzione dei gas a effetto serra e sviluppo di tecnologie alternative. I due programmi di cui sopra sono il Programma Nazionale Energia Rinnovabile da Biomasse (PNERB) del 24 giugno 1998, e il Programma Nazionale per la Valorizzazione delle Biomasse Agricole e Forestali (PNVBAF) del 18 giugno1999.

Le azioni previste dal programma PROBIO, pur se incentrate sul settore primario, e quindi coordinate dal MIPAF, devono andare nel senso di stimolare le filiere biocombustibili in tutte le loro componenti, come previsto dallo stesso PNVBAF. Le azioni previste dal Programma Nazionale Biocombustibili sono strutturate su due livelli:
• centrale: coordinato direttamente dal MIPAF con il contributo di rappresentanti regionali;
• regionale: basato essenzialmente su "progetti dimostrativi interregionali" in grado di in grado di ottimizzare l'impatto di Probio.

Le attività a livello territoriale sono gestite dalle Amministrazioni regionali e dalle Province autonome che predispongono e presentano al MIPAF specifici programmi finalizzati ad enfatizzare, nelle linee generali, gli aspetti di seguito riportati:
• definizione di eventuali strutture locali e delle collaborazioni da attivare;
• orientamento per un ampio e corretto utilizzo delle incentivazioni ordinarie previste dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale per lo sviluppo dei biocombustibili;
• incremento delle coltivazioni a prevalente destinazione energetica a carattere sperimentale/dimostrativo, con l'intento di ottimizzare quanti-qualitativamente le produzioni in funzione delle potenzialità industriali di trasformazione;
• organizzazione della raccolta di biomasse residue o di scarto da utilizzare come base per la produzione di biocombustibili;
• sviluppo della produzione di biocombustibili, ove opportuno e nel rispetto della normativa vigente, individuando quelli più confacenti alle specifiche caratteristiche del sistema agro-forestale e delle richieste dalmercato;
• utilizzo dei biocombustibili sia per autotrazione (essenzialmente veicoli pubblici e comunque di grande dimensione) che per riscaldamento, in mercati ed aree ben definiti, individuando situazioni nelle quali sia massimo il beneficio ambientale;
• monitoraggio degli effetti sulla qualità nell'aria indotti dall'uso dei biocombustibili;
• sviluppo di una efficiente campagna di sensibilizzazione dei cittadini.

La Puglia quindi si inserisce in questo contesto puntando sulle risorse agroforestali poiché secondo Epifani "Riutilizzare in chiave energetica i residui agro-forestali della connessa industria alimentare e degli allevamenti e' un obiettivo raggiungibile in Puglia. Un obiettivo che si tradurrebbe per le 85.000 imprese agricole pugliesi in riduzione dei costi (non solo energetici, ma anche in termini di smaltimento se pensiamo ai grossi scarti dell'industria olearia e vitivinicola), ma anche nella possibilita' per le aziende di garantirsi l'autosufficienza energetica". Forse non è tanto auspicabile "l'incremento delle coltivazioni a prevalente destinazione energetica" ma piuttosto il riutilizzo degli scarti agroalimentari come proposto dalla Puglia. Non ci resta che prendere ad esempio il territorio pugliese e sperare che coinvolga anche le altre regioni!

(autore: Alessandra Scarpato)
Redazione
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