01/01/2013 - 01:00

Post referendum: la dichiarazione del Presidente di ISES

Quando nel 1784 William Pitt vinse in modo schiacciante le elezioni per il rinnovo della Camera dei Comuni, nel suo primo discorso da premier ritenne opportuno smorzare gli entusiasmi della sua maggioranza parlamentare, resa baldanzosa da un successo che aveva superato tutte le previsioni.
Non vi è nulla di più difficile da gestire di una clamorosa vittoria politica, spiegò ai parlamentari esterrefatti, perché gli elettori si aspettano moltissimo, probabilmente troppo, da chi hanno gratificato di tanta fiducia. Anche il referendum sul nucleare ha superato tutte le previsioni: nel numero dei votanti, non solo nella percentuale dei sì, ma anche nel loro valore assoluto: mentre nei referendum sul nucleare del 1987 il sì aveva vinto, ma in tutti e tre i voti favorevoli risultarono inferiori al 50% degli aventi diritto al voto, questa volta a votare sì è stata la maggioranza assoluta degli elettori. Lo stesso Berlusconi ha dichiarato che adesso occorre puntare sulle fonti rinnovabili. A questo punto per le rinnovabili non esistono più alibi. Dobbiamo dimostrare che sono in grado di soddisfare una quota crescente dei consumi finali di energia, già nel 2020 presumibilmente superiore a quella (17%) concordata con la Commissione europea. E che simili risultati possono essere ottenuti in modo efficiente, a costi rapidamente decrescenti, tutelando l'ambiente e il territorio, con la parallela creazione di filiere industriali per le principali tecnologie.

La sfida non è di poco conto. Anche dopo la fine del nucleare gli ostacoli non mancheranno. L'impegno contenuto nel Piano di Azione Nazionale per le rinnovabili di mantenere praticamente costante la domanda finale di energia fra il 2010 e il 2020 ha come conseguenza che ogni contributo aggiuntivo di energia rinnovabile diminuirà di altrettanto l'apporto proveniente da impianti o macchine che utilizzano combustibili fossili: gli interessi colpiti non offriranno cristianamente l'altra guancia. La sfida riguarda anche il mondo delle rinnovabili. Troppo spesso di fronte alle difficoltà create dai più recenti provvedimenti governativi ci siamo comportati come i polli di Renzo, dilaniandoci al nostro interno, ciascuno sostenendo "la mia tecnologia è più bianca del bianco"; di conseguenza abbiamo rinunciato a costruire una credibile proposta condivisa. Adesso la ricreazione è finita. Se non facciamo nostro l'ammonimento di William Pitt, che garantì al suo governo diciassette anni di vita (un record!), le nuove opportunità che il successo referendario ci offre, dureranno lo spazio di un mattino.
Tommaso Tautonico
autore