01/01/2013 - 01:00

Piano straordinario sicurezza gas per 22 milioni di impianti

Anima, la Federazione della meccanica, si è confrontata con un ricco parterre politico alla Camera in merito al necessario adeguamento degli impianti a gas esistenti.
L'occasione è stata suscitata dalla consultazione pubblica avviata dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (AEEG) per valutare le condizioni tecniche ed economiche della connessione degli impianti di produzione di biometano alle reti di gas naturale. Anima e le sue associazioni direttamente interessate Assotermica, Avr, Acism, Ucrs ne hanno discusso alla presenza di operatori dell'intera filiera, da Anigas al Cig a Confartigianato manutentori, e di parlamentari quali On. Vignali, On. Froner, On. Tortoli. Il parco impiantistico nazionale conta circa 21.600.000 unità (dati AEEG 2011). Oggi, in Italia, gli impianti domestici alimentati a gas sono in condizioni drammatiche: circa il 91% non è "a norma" e addirittura il 4,5% è potenzialmente pericoloso. Esistono inoltre circa 7 milioni di caldaie a gas "ante marcatura CE" e tanti milioni di componenti e dispositivi "non adeguati". Tale situazione non è in grado di soddisfare gli obiettivi posti dall'Europa.

"Anima intende sempre più sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di stimolare l'adozione di un "Piano nazionale sulla sicurezza gas" - dichiara Sandro Bonomi, Presidente Anima - Tale iniziativa permette di rinnovare, secondo canoni di efficienza energetica, il parco degli impianti installati, migliorare la qualità della misurazione dell'utilizzo della risorsa gas, attraverso strumentazione di ultima generazione in grado di comunicare tempestivamente il livello dei consumi ai cittadini e ai gestori, incrementare ancora di più la qualità del già ottimo sistema di trasporto del gas, assicurando bandi di gara in cui il servizio post vendita della componentistica sia valutato più importante del prezzo d'acquisto del componente stesso per favorire la velocità nella risoluzione delle interruzioni di erogazione - conclude il Presidente Bonomi - Interventi come questi vanno organizzati, programmati e seguiti in modo da consentire i migliori benefici per le famiglie, il sistema energetico nazionale, le industrie presenti in Italia e la filiera sul territorio".
 
L'adozione di un "Piano straordinario per la sicurezza gas" che coniughi adeguamento normativo a vincoli di efficientamento del sistema nel suo complesso comporta come conseguenza diretta la crescita dell'occupazione su tutto il territorio nazionale, miglior efficienza del sistema gas, diminuzione di costi per il Paese, minori disagi per i cittadini. L'iniziativa si inserisce nel contesto di quanto previsto dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che recepisce la 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili e si propone di favorire il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello nazionale e contribuire alla crescita sostenibile del nostro Paese. In stretta relazione vi è il fatto che l'Europa sta definendo le caratteristiche delle specifiche di qualità dei gas naturali distribuibili in rete, al fine di favorire le condizioni per la creazione di un unico mercato competitivo del gas naturale. La precondizione indispensabile per attuare gli obiettivi europei è pertanto quella di partire dagli impianti utilizzatori.
 
Anima e le sue associazioni avanzano come proposta un piano straordinario di accertamenti sugli impianti a gas esistenti, con una delibera i cui dettami siano scaglionati nel tempo e la conseguente messa a norma di quelli più vecchi, metterebbe in sicurezza l'ingente parco installato e porterebbe evidenti benefici per tutta la filiera. Senza contare che una maggiore attenzione per l'impianto nonché una sua regolare manutenzione possono portare ad un miglioramento del livello di rendimento ed un abbattimento dei costi di gestione immediatamente percepibili anche all'utente finale.
 
Si è potuto così fare il punto sulla sicurezza e presentare alcune proposte concrete che siano di salvaguardia per l'utente finale ed economicamente sostenibili per i privati e la collettività. Per quel che riguarda gli impianti termici, le abitazioni italiane sono quasi totalmente dotate di sistemi per il riscaldamento degli ambienti, ma le tipologie di impianto variano in misura notevole (fonte CRESME). Gli impianti termici più diffusi risultano quelli serviti da caldaia autonoma (51,9% delle abitazioni) seguiti da quelli centralizzati (25,1% delle abitazioni) mentre le abitazioni con altro tipo di impianto o senza impianto fisso rappresentano il 23,0%. Queste ultime, oltre a quelle con impianti che riscaldano solo parti dell'abitazione, contemplano anche i sistemi di riscaldamento attraverso pompe di calore o con il teleriscaldamento e i sistemi di riscaldamento parziale quali i caminetti, i termocamini e le stufe.

Il combustibile o la modalità di alimentazione più frequente è il gas (metano, di città o in bombole) nel 48,9% delle abitazioni, i liquidi (GPL, gasolio, altri olii) rappresentano il 29,4%, i combustibili solidi (in massima parte legname o sue lavorazioni quali pellet e cippato) sono usati nel 14,5% delle abitazioni e l'energia elettrica alimenta il 6,0% degli impianti domestici (pompe di calore, stufe ma anche radiatori e pannelli radianti).
Vesna Tomasevic
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