01/12/2014 - 12:39

Parte oggi la Conferenza sui Cambiamenti Climatici di Lima

L’Associazione Italian Climate Network Onlus, presente alla Conferenza con quattro delegati, seguirà l’andamento dei Negoziati, i seminari tecnici ed il ruolo dell’Italia come Presidente del Semestre Europeo. Dal 1 al 12 dicembre si tiene a Lima la COP20, ventesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici dell’ONU.
La Conferenza, in concomitanza con il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, dovrà compiere i progressi necessari al raggiungimento di un nuovo accordo globale per la riduzione delle emissioni di gas serra, atteso per dicembre 2015 alla COP21 di Parigi.

Numerosi sono i temi sul tavolo: Green Climate Fund e progetti di finanza a lungo termine, criteri e struttura dei contributi nazionali volontari (INDCs), criteri di eleggibilità più stringenti per il Carbon Market, livelli di ambizione su mitigazione e finanza pre-2020, Loss&Damage e periodo di impegno del nuovo accordo globale.

Il team dell’Italian Climate Network informerà il pubblico italiano sull’andamento dei negoziati e sul ruolo dell’Italia attraverso tutti i suoi canali: sito web, Facebook, Twitter, blog su IlFattoQuotidiano, blog su LaStampa.
La delegazione dell’Italian Climate Network a Lima è composta per la prima settimana di negoziati da Federico Brocchieri e Francesca Mingrone, che hanno partecipato anche alla COY10, decima Conferenza Giovanile sui Cambiamenti Climatici; a partire dal 6 dicembre saranno raggiunti anche da Veronica Caciagli e Federico Antognazza.

Cogliendo l’opportunità del Semestre di Presidenza, chiediamo all’Italia di assumere un ruolo di leadership all’interno dell’UE, spingendo per un accordo ambizioso e vincolante, capace di arrestare le conseguenze più drammatiche del riscaldamento globale.’’, ha commentato Veronica Caciagli, Presidente di Italian Climate Network, aggiungendo: “E’ ora di prendere coscienza che l’Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici: basti pensare alle alluvioni, che purtroppo interessano ormai regolarmente il nostro Paese, con danni ingenti a persone e all’economia, e le crisi in agricoltura, come il recente attacco della mosca olearia che, grazie a un clima estivo mite e con abbondanti precipitazioni, ha prodotto un raccolto di olio d’oliva disastroso, ai minimi termini da oltre 50 anni. Questi sono solo due esempi, due campanelli di allarme dei maggiori e inaccettabili rischi futuri.

L’Italia, come anche altri paesi, sta finalmente intraprendendo l’adozione di una strategia nazionale di adattamento, che si inserisce nel contesto di quella europea. Oltre a queste misure preventive è tuttavia fondamentale la definizione di obiettivi concreti per la riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale.

In questo senso si cominciano a vedere i primi timidi passi avanti: dall’approvazione del pacchetto europeo su Clima e Energia al 2030 allo storico accordo tra Cina e Stati Uniti.
Questi impegni ancoranon sono sufficienti per colmare l’emission gap e mantenere l’aumento di temperatura al di sotto dei 2°C entro la fine del secolo.
Si attendono ulteriori impegni da parte di altre grandi economie industrializzate ed emergenti.
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile