01/01/2013 - 01:00

Occorre una legge per la ristrutturazione del territorio

Il presidente della Cia interviene all'Assemblea dell'Anbi e ricorda il costante impegno della Confederazione a difesa dell'ambiente e del territorio. Dai convegni di Spoleto degli anni Ottanta alla presentazione, nel 1994, della proposta di iniziativa popolare, fino alla "Carta di Matera".
"Serve subito una nuova legge per la ristrutturazione del territorio. Condividiamo e apprezziamo, quindi, quanto affermato dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania che ha annunciato per il prossimo 24 luglio la presentazione di un dossier e di un disegno di legge proprio sul territorio". Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi intervenendo oggi a Roma all'Assemblea nazionale dell'Anbi. "Per noi della Cia, d'altra parte, l'impegno per la difesa e valorizzazione del territorio è stata una costante nel tempo. Per questo motivo -ha aggiunto Politi- siamo pronti a collaborare con il ministro Catania, al quale rinnoviamo la nostra fiducia anche in questa particolare azione. Siamo certi che, essendo un uomo dell'agricoltura, saprà difendere e tutelare l'esigenza del settore che, a causa dell'incuria e delle cementificazione selvaggia, ha subito pesanti contraccolpi. E', dunque, pienamente condivisibile quando dice che il territorio è da preservare e da consegnare alle generazioni future senza comprometterlo".

"Il nostro impegno per il territorio -ha rimarcato il presidente della Cia- nasce da lontano. Ricordo due significativi convegni che abbiamo svolto negli anni Ottanta a Spoleto e la proposta di iniziativa popolare presentata alla Camera dei Deputati nel giugno del 1994 con la raccolta di oltre 65 mila firme. Una proposta che, nonostante siano passati 18 anni, appare ancora estremamente attuale, soprattutto davanti ai recenti disastri provocati dal maltempo proprio a causa della mancata manutenzione del suolo, del degrado, della cementificazione selvaggia e abusiva, dell'incuria ambientale, dell'abbandono delle zone collinari e montane dove è venuto meno il fondamentale presidio dell'agricoltore". "In più occasioni abbiamo detto di essere pronti -ha annunciato il presidente della Cia Giuseppe Politi- a ripresentare la nostra proposta in Parlamento. Servono poche correzioni, anche perché in questi anni poco è cambiato in fatto di tutela e salvaguardia. Non sono state prese misure efficaci. E' mancata soprattutto una politica per il territorio. Quanto di drammatico avvenuto in 18 anni di totale incuria e di devastazione del territorio non consentono ulteriori indugi. Occorre porre immediato riparo e lavorare in tempi veloci per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando il ruolo primario dell'agricoltura quale volàno di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale".

"A ciò -ha rilevato Politi- vorrei aggiungere la nostra 'Carta di Matera' firmata dall'Anci e da migliaia di comuni. Un documento che punta a creare un futuro con più agricoltura e una politica territoriale veramente efficace. Dobbiamo cambiare pagina. Frane, alluvioni, smottamenti sono un pericolo incombente, specialmente nelle aree marginali di collina e di montagna. Poco si è per evitare l'abbandono da parte degli agricoltori, la cui opera di presidio e di manutenzione in certe zone è fondamentale. In poco di meno di dieci anni proprio l'agricoltura ha perso una superficie di terra coltivabile di oltre 19 mila Kmq, un territorio pari a quanto l'intero Veneto".
Tommaso Tautonico
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