Nucleare: i reattori di Roma ripartono

Lo scorso 20 ottobre il centro di ricerca Enea della Casaccia (alle porte di Roma) ha riaperto i battenti ed ha rimesso a lavoro i due reattori atomici Triga e Tapiro. Precisiamo subito che non sono reattori nucleari che producono energia ma il loro scopo è quello di supportare la ricerca nei campi dove inevitabilmente si ha a che fare con neutroni come ad esempio la ricerca sulla terapia e la diagnosi dei tumori. Le applicazioni dei due reattori negli ultimi anni hanno toccato diversi campi tra cui l'industria aereospaziale, il settore agroalimentare e l'industria petrolifera.

Adesso però le cose cambiano, il centro di Casaccia collaborerà pienamente per il rilancio del nucleare in Italia. Lo abbiamo ripetuto più volte negli ultimi tempi, sembra che nonostante il popolo italiano non voglia il nucleare, il nostro governo intende proseguire in questa direzione. E' per questo che Triga e Tapiro, pur restando reattori di ricerca, formeranno i tecnici che verranno impiegati nella nuova generazione atomica. In particolare Tapiro sarà impiegato per validare i codici di calcolo del nocciolo impiegato nella progettazione di reattori di IV generazione non proliferanti (cioè non utilizzabili a fini militari perché "bruciano" anche il plutonio).

Già perchè se parliamo del ritorno al nucleare, si parla di reattori di IV generazione; gli stessi reattori che stanno creando gorsse difficoltà in Francia e Finlandia, gli stessi reattori che promettono di essere sicuri ma non lo sono. Secondo la tabella di marcia del programma nucleare, le prime centrali dovrebbero sorgere per il 2020, staremo a vedere come si concluderà questa vicenda, se il governa terrà conto dei referendum in cui gli italiani votarono espressamente "No" al nucleare, oppure deciderà di andare avanti per la propria strada.