01/01/2013 - 01:00

'No al nucleare, sì alle rinnovabili per uscire dalla crisi economica e climatica'

Consegnata al Parlamento la proposta di legge d’iniziativa popolare per lo sviluppo dell’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Legambiente ribadisce l'importanza che l’Italia adotti politiche capaci di spingere l’innovazione energetica e di una legge che dia certezze e regole chiare.
Sono state consegnate oggi alla Camera le firme raccolte per la proposta di legge d’iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” promossa dal Comitato SI alle energie rinnovabili, NO al nucleare. “Ci siamo dedicati con impegno a far sottoscrivere questa proposta - ha dichiarato questa mattina Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, associazione che fa parte del Comitato - perché riteniamo di primaria importanza che l’Italia adotti, finalmente, politiche capaci di spingere l’innovazione energetica. Chiediamo una legge che dia certezze e regole chiare e un impegno deciso del governo anche sul versante dell’efficienza e del risparmio”. Ed è questo quello che sollecitano anche le migliaia di cittadini che hanno voluto sostenere la proposta di legge, su tutto il territorio nazionale.

“Oggi - ha aggiunto Cogliati Dezza - è possibile raggiungere obiettivi più ambiziosi, come anche l'accordo di Cancun richiama, spostando gli obiettivi fissati dall’Unione europea per il 2020 al 30% delle riduzioni di CO2. E’ giunto il momento di accelerare in questo senso, senza perdere altro tempo, per recuperare i troppi ritardi accumulati nel settore. Molti comuni italiani già producono più energia elettrica di quanta ne consumino, grazie a nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici e da biomasse, e sono la dimostrazione di come l’impiego delle rinnovabili risulti vantaggioso per i cittadini. Puntare sulle fonti pulite è una straordinaria opportunità che dobbiamo assolutamente cogliere per uscire dalla crisi economica e per gettare le basi per uno sviluppo durevole e sostenibile. Senza riaprire al nucleare, rispetto al quale sono tuttora irrisolte le questioni di sicurezza e di stoccaggio delle scorie”.
Marilisa Romagno
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