05/11/2014 - 11:06

Moncler risponde a Report su spiumatura e delocalizzazione. Ma il titolo crolla

Report, la trasmissione di giornalismo d'inchiesta condotta da Milena Gabanelli, ha fatto nuovamente centro.
Dopo l'inchiesta sulla shale gas, andata in onda qualche tempo fa, che ha posto l'accento sui pericoli connesse alle trivellazioni petrolifere, ora è toccato a uno dei marchi della moda di lusso più noti al mondo, Moncler.
 
In un servizio di Report andato in onda domenica scorsa, l'azienda francese, acquistata dall'imprenditore italiano, Remo Ruffini, è stata accusata di usare, per l'imbottitura dei famosi piumini, piume strappate alle oche attraverso l'orrenda pratica della "spiumatura". 
 
Ma di cosa si tratta? In Europa, in particolare in Ungheria, le oche vengono spiumate, vive, anche quattro volte l'anno. Il motivo? La muta stagionale non basta a coprire le esigenze del mercato e quindi si sceglie di prelevare il prodotto direttamente dal corpo dell'animale. Quando le piume ricrescono, vengono strappate un'altra volta.
 
Si tratta di una pratica illegale visto che la normativa europea prevede che il piumaggio delle oche venga raccolto mediante "pettinatura", una tecnica che non causa dolore né stress agli uccelli. 
 
Ovviamente, Moncler non è rimasta a guardare e all'indignazione generale causata dal servizio di Report ha risposto con una nota in cui spiega di utilizzare "solo piume provenienti da fornitori altamente qualificati situati Italia, Francia e Nord America, che aderiscono ai principi dell'ente europeo European Down and Feather Association (Edfa) e che sono obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali, come riportato dal codice etico adottato dall'azienda". 
 
"Non sussiste quindi alcun legame con le immagini forti mandate in onda riferite a allevatori, fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale, e che sono state associate in maniera del tutto strumentale a Moncler" ha spiegato Moncler.
 
Ma non è tutto. Nella puntata di Report Moncler è stata anche accusata di aver delocalizzato totalmente la propria produzione. Visti gli alti costi Moncler - secondo quanto riportato da Report - avrebbe infatti sospeso tutti i contatti con i laboratori tessili italiani per andare a produrre all'estero, precisamente in Romania, Armenia e Transnistria, uno Stato che fa parte del territorio della Moldavia, non riconosciuto dalle Nazioni Unite. 
 
Anche su questo versante, Moncler si è difesa confermando di "produrre in Italia e in Europa: in Italia quantità limitate, e in Europa nei luoghi deputati a sostenere la produzione di ingenti volumi con elevato know-how tecnico che garantisca la migliore qualità riconosciuta a Moncler dai consumatori". 
 
"Moncler non ha mai spostato la produzione come afferma il servizio, visto che da sempre produce anche in Est Europa. In Italia ha mantenuto collaborazioni efficienti con i migliori laboratori" ha continuato l'azienda. 
 
"Per quanto riguarda i ricarichi, il costo del prodotto viene moltiplicato, come d'uso nel settore lusso, di un coefficiente pari a circa il 2,5 dall'azienda al negoziante, a copertura dei costi indiretti di gestione e distribuzione" ha precisato ancora Moncler a proposito della enorme differenze di prezzo tra il prodotto uscito dallo stabilimento e quello in vendita nei negozi. 
 
"Nei vari Paesi la distribuzione applica poi, in base al proprio mercato di riferimento, il ricarico in uso in quel mercato. È evidente quindi che le cifre menzionate nel servizio, che prendono in considerazione solo una piccola parte del costo complessivo del prodotto, sono del tutto inattendibili e fuorvianti. L'azienda ha dato mandato ai propri legali di tutelarsi in tutte le sedi opportune" ha concluso l'azienda.
 
Ma la riposta di Moncler non ha salvato il titolo dalle ripercussioni negative in Borsa. Lunedì 3 novembre, giorno successivo all'andata in onda della puntata di Report, il titolo ha perso il 4,88%, in una giornata in cui il Ftse Mib (il principale indice di benchmark dei mercati azionari italiani) si è aggiudicato la maglia nera in Europa (-2,1%). 
Rosamaria Freda
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