02/10/2014 - 12:12

Ministro Guidi torna su emergenza gas: tutto sotto controllo, almeno per 3 mesi. Basteranno?

L'Italia può stare tranquilla, il nostro sistema di approvvigionamento del gas non è a rischio e non dobbiamo temere neanche una eventuale interruzione di rifornimento dalla Russia.
Così il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, è tornata a parlare, nell'Aula della Camera, del sistema di stoccaggio di gas in Italia chiarendo gli orientamenti del governo in merito ad una strategia alternativa di approvvigionamento di idrocarburi.
 
Il ministro, dopo la discussione al Senato dell'informativa sulla situazione del nostro Paese in relazione ad un possibili blocco delle forniture di gas dalla Russia, è tornato sull'argomento rispondendo, nel corso del Question time della Camera, a un'interrogazione con cui il deputato di Scelta Civica per l'Italia, Gianfranco Librandi, chiedeva al governo di chiarire la strategia alternativa di approvvigionamento da adottare in caso di escalation negativa dei rapporti tra Europa e Federazione russa.
 
Il ministero dello Sviluppo economico sta monitorando costantemente la situazione, effettuando anche delle simulazioni sulle potenziali criticità che dovessero crearsi nel settore del gas e anche sulla base delle comunicazioni dell'European energy security strategy della commissione Europea, che contiene le indicazioni per superare le difficoltà legate a possibili interruzioni di forniture di gas, ha continuato la Guidi. 
 
Il livello di riempimento dei nostri stoccaggi di gas oggi è molto alto, il 94 per cento dello spazio totale disponibile, e si prevede di raggiungere, entro fine ottobre, il volume di 11,4 miliardi di metri cubi di stoccaggio commerciale, che si andranno ad aggiungere ai 4,6 di riserva strategica esistente. E questo comunque è un volume molto ampio, anche perché è stato monitorato con congruo anticipo e quindi fornisce comunque un buon margine di sicurezza, considerando anche che, nel frattempo, la nostra domanda di gas per la nota congiuntura è calata, ha precisato ancora il ministro. 
 
Ovviamente, visto che l'Italia importa dalla Russia il 49 per cento del nostro fabbisogno di gas, con punte giornaliere anche del 65 per cento, non possiamo nascondere che eventuali interruzioni di gas potrebbero avere inevitabili ripercussioni e conseguenze sui prezzi del gas, ma - ha detto la Guidi - "posso confermarle che, grazie anche a questa azione di monitoraggio, ad oggi noi, pur prevedendo delle possibili ed eventuali criticità, abbiano una sufficiente capacità nel nostro sistema di approvvigionamento da poter superare, senza eccessive difficoltà, anche interruzioni prolungate, sia utilizzando gli altri fornitori che noi abbiamo sia naturalmente attingendo eventualmente agli stoccaggi che dicevo prima".
 
Per quanto riguarda le misure preventive, il Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del sistema del gas del Mise ha elaborato vari scenari: la quantificazione delle misure preventive di emergenza stabilite dal piano e già collaudata nei passati periodi di emergenza negli inverni 2009 e 2012, le quali prevedono interventi per aumentare l'offerta di gas sul mercato italiano e per monitorare lo svuotamento progressivo degli stoccaggi. 
 
Ma non è tutto. Nei prossimi giorni sarà lanciata dal terminale di rigassificazione a largo della costa tirrenica la procedura cosiddetta di peak shaving che, in caso di emergenza, permetterebbe di immettere gas in rete precedentemente scaricato come GNL stoccato nei serbatoi del terminale con breve preavviso, per far fronte a esigenze di richieste di punta del sistema di gas per un periodo limitato di tempo.
 
La risposta del ministro non ha però soddisfatto del tutto il deputato Librandi che, pur riconoscendo il lavoro del governo su questo versante ha - in sede di replica - precisato che "nel caso drammatico di interruzione delle forniture di gas dalla Russia, per l'Italia un'autonomia di soli tre mesi o circa espone famiglie, scuole, ospedali e aziende ad un'incertezza eccessiva".
 
"Abbiamo bisogno di una strategia di lungo periodo che dia la prospettiva di una autosufficienza piena da qualsiasi fornitore straniero. Andrebbe attivato un tavolo di crisi al massimo livello istituzionale e la gestione della sicurezza energetica nazionale è una priorità assoluta, seconda solo alla disoccupazione. Dobbiamo superare le piccole resistenze localistiche di chi blocca grandi opere infrastrutturali come il gasdotto TAP e i rigassificatori" ha aggiunto Librandi. 
Rosamaria Freda
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