01/01/2013 - 01:00

LIPU: allarme uccelli in Italia

I dati di uno studio LIPU sullo stato di conservazione degli uccelli in Italia commissionato dal ministero dell'Ambiente dimostrano come ci sia sì un aumento delle foreste italiane ma che contemporaneamente la loro qualità ecologica rimane piuttosto bassa.
 
Finora ill 2011, Anno internazionale delle foreste, non sta dando i risultati sperati.
Infatti, se da una parte la superficie forestale italiana aumenta (10,6 milioni di ettari, il 34,7% del totale), la struttura dei boschi appare poco diversificata e non idonea a ospitare gli uccelli
Fattori a cui si aggiungono i troppi tagli, le carenze gestionali e la presenza di specie alloctone.
 
Tutto questo sta causando seri danni alla biodiversità, mettendo anche in pericolo di estinzione alcune specie di uccelli come il gallo cedrone, il fagiano di monte, l'astore di Sardegna o la migratrice balia dal collare .
"Una situazione che ci preoccupa non poco - sottolinea Marco Gustin, responsabile Specie LIPU-BirdLife Italia - perché un gruppo di specie, quelle più rare e localizzate come gallo cedrone, fagiano di monte, astore di Sardegna e la balia dal collare, si trovano in una situazione di difficoltà a causa della scarsità di foreste d'alto fusto, la cui diffusione invece permetterebbe una maggiore presenza sia di queste specie che di altre. E' un gruppo di specie che rischia estinzioni locali se non si migliorerà l'habitat in cui si riproducono".
 
Lo studio LIPU evidenzia problemi anche per altre specie come la tordela, il luì biancoe il luì verde, e molte specie di picchi (picchio nero, picchio rosso mezzano, picchio dalmatino, picchio tridattilo), giudicati in uno stato "insoddisfacente" di tutela (semaforo giallo).
"Per arginare questo fenomeno il ruolo della rete Natura 2000 è fondamentale - prosegue Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia - a partire dalla protezione come Zone di protezione speciale delle foreste vetuste e delle porzioni ancora prive di disturbo per gli animali. Ma anche attraverso le opportunità offerte dai Piani di sviluppo rurale, in particolare le misure silvo ambientali e le indennità Natura 2000.
 
"Un altro fattore importante è che le aree protette e i siti ad alto tasso di biodiversità siano collegate dal punto di vista ecologico tra di loro e non diventino isole di natura circondate da cemento e infrastrutture. Dunque occorre costruire una vera e propria rete di aree che assicurino la sopravvivenza delle specie" conclude Celada.
Le foreste ospitano il 70% delle specie di uccelli a livello mondiale. 
Su quasi 7mila specie "forestali", un migliaio risultano essere globalmente minacciate. 
In Europa, negli habitat di foresta boreale e temperata 12 specie su 76 sono in declino e solo una specie ha incrementato la propria popolazione.
Tra il 1980 e il 2005 alcuni modelli statistici dell'Unione europea hanno registrato un declino del 14% per gli uccelli comuni degli ambienti forestali, secondi dopo quelli degli ambienti agricoli (-43%)
Lisa Zillio
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