01/01/2013 - 01:00

Legna da ardere per il riscaldamento residenziale

Dopo uno studio dell'Università Bicocca sull'inquinamento da legna utilizzata come combustibile per il riscaldamento residenziale è emerso che per abbattere le emissioni prodotte dalle biomasse è fondamentale utilizzare prodotti ad alto rendimento.
I caminetti e le stufe di nuova generazione, che rappresentano oltre il 70% della produzione delle aziende leader italiane, garantiscono emissioni talmente basse da avvicinarsi a quelle prodotte dalle caldaie a condensazione. Abbiamo in commercio prodotti con rendimenti superiori all'80% con emissioni di CO dello 0.005 al 13% di O2 e con emissione di particolato inferiore ai 30mg/Nm3. Oggi non parliamo più di caminetti ma di generatori di calore così come recentemente sottolineato dal Ministero dello Sviluppo Economico che, ai fini della sicurezza, annovera gli impianti alimentati a biomassa legnosa tra gli "impianti termici" di riscaldamento.
La produzione italiana non ha eguali garantendo tecnologie all'avanguardia con sistemi computerizzati di controllo della combustione, durata della carica di combustibile. Alla produzione di qualità e realizzata nel rispetto delle normative tecniche EU, deve seguire un'attenta installazione ad opera di fumisti specializzati ed abilitati al DM 37/08 lettera c (con le opportune limitazioni) che conoscono e sanno applicare le normative tecniche di riferimento. All'installazione deve seguire una attenta e periodica manutenzione ad opera del Maestro Spazzacamino, verificatore e controllore dell'impianto di evacuaizone dei fumi.
Il prodotto di qualità, l'installazione qualificata e la manutenzione specializzata dell'impianto di combustione sono le condizioni per raggiungere il migliore risultato energetico di stufe, camini, termocamini a combustibile solido e determinare:
1. l'abbassamento delle emissioni di inquinanti
2. il massimo rendimento energetico con la conseguente diminuzione della quantità globale di ossigeno utilizzato e degli stessi combustibili
3. l'abbassamento dei costi di gestione
4. l'aumento della sicurezza degli impianti e quindi degli utilizzatori finali.
Legna e pellet sono annoverate tra le biomasse come da Direttiva 2001/77/CE (ripresa dai decreti D.Lgs 152/06, che ha sostituito il DPCM 8 marzo 2002 DM 186/2006, che ha sostituito il DM 5 febbraio 1998 D.Lgs 133/2005 D.Lgs 387/2003) Sono più di 20 milioni le tonnellate di legna da ardere consumate e gli italiani in tempi di crisi riscoprono il caminetto e la stufa come un'alternativa sempre più gettonata per risparmiare sui costi del riscaldamento (risparmio tra il 20 d il 50% rispetto ai combustibili tradizionali). E circa 6,000,000 gli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa (legna/pellet) presenti in Italia.
Scegliendo di riscaldarsi con impianti a legna e/o pellet si opera una scelta giusta per l'ambiente e per le "tasche". Il vero problema è nella mancanza di una "cultura del fuoco di legna" che induce comportamenti errati sia in fase di posa che di gestione dell'impianto, oltre alla mancanza di un quadro normativo serio di riferimento per il settore e alla mancanza di un sostegno concreto per le famiglie che vogliono sostituire i propri "vecchi" camini con apparecchi tecnologicamente più evoluti. La combustione della biomassa è ecologica ed ha un basso impatto ambientale, come per tutti i biocombustibili la CO2 prodotta nella combustione è praticamente pari a quella assorbita dalla pianta dalla quale è stato ricavato il combustibile.
Tommaso Tautonico
autore