06/05/2013 - 15:30

Legambiente: vent'anni di Ecosistema Urbano

A Milano presentato il rapporto di Legambiente, che dal 1994 analizza le eco-performance dei comuni capoluogo di provincia. Preoccupante il progressivo abbandono del trasporto pubblico: si passa dai 97 viaggi per abitante all'anno effettuati in media sui bus nel 1994 agli 83 in media nel 2011. La sfida per delle città più ecosostenibili si gioca sul rilancio di un nuovo modello di mobilità, più mezzi pubblici e bici nei centri urbani.
Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata insieme ad Ambiente Italia con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore, compie vent'anni: un compleanno importante per un rapporto che nel 1994 ha cominciato a fotografare le città d'Italia, analizzando le eco-performance dei comuni capoluoghi di provincia sulla base dei dati raccolti attraverso un questionario specifico. E il quadro che emerge è quello di città fortemente indietro sul fronte della mobilità alternativa, che faticano a mettersi in gioco per trasformarsi in centri urbani ecosostenibili. In questi anni sono stati registrati leggeri progressi e passi avanti nella capacità di depurare i reflui passata dal 70% medio del 1993 al il 90% del 2011, oppure nella raccolta differenziata (passata dal 4,4% medio del 1993 al 37,9% del 2011). Poi ci sono i passi avanti "da lumaca", basti guardare al verde urbano fruibile a disposizione dei cittadini, dal 1993 al 2011 è cresciuto mediamente di appena 2 metri quadrati per abitante. E infine le vere e proprie emergenze, prima fra tutte quella della mobilità alternativa e del trasporto pubblico, che in Italia non decolla e perde ogni anno passeggeri. Si va dai 97 viaggi per abitante all'anno effettuati in media sui bus nel 1994 (primo anno disponibile), agli 80 del 2003, per fermarsi a poco più di 83 in media nel 2011. Un progressivo abbandono del mezzo pubblico che trova conferma nella crescita costante dell'utilizzo dell'auto, con il risultato di città più inquinate e invase dalle quattro ruote. Sono questi in sintesi i principali vent'anni di numeri e di analisi dei cambiamenti urbani, raccolti per l'occasione in un dossier speciale, dal titolo "Trasformazioni Urbane", presentato a Milano, a Palazzo Marino, aspettando la presentazione del nuovo rapporto di Ecosistema Urbano in programma a Bologna il 28 ottobre 2013.

Una conferenza che si è aperta leggendo il messaggio di augurio inviato dal ministro agli Affari regionali e Autonomie Graziano Delrio, che non è potuto intervenire alla presentazione. "La qualità di vita delle persone - ha scritto il ministro - dipende direttamente dalla sostenibilità delle città, dalla loro capacità di cambiare migliorando se stesse, a partire da temi vitali come la mobilità e il trasporto pubblico, l'utilizzo dello spazio pubblico e urbano. Attendo quindi con grande interesse i vostri dati statistici, contando di poter continuare nella concreta collaborazione già avviata con i sindaci italiani". Tra i presenti per il ventennale: Maria Berrini, amministratore Unico AMAT, comune di Milano; Lorenzo Bono, Ambiente Italia; Graziano Delrio, Presidente A.N.C.I.; Roberto Della Seta, Direttivo Nazionale Legambiente; Damiano Di Simine, Presidente Legambiente Lombardia; Simone Dini, Rete Mobilità Nuova; Saverio Gazzelloni, Dir. Centrale statistiche socio-demografiche ambientali ISTAT; Alberto Fiorillo, Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Mirko Laurenti, di Legambiente, Pierfrancesco Maran, assessore a Mobilità e Ambiente, comune di Milano; Michele Merola, Ambiente Italia.

"Per molti anni - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - Ecosistema Urbano è rimasto un esperimento "pilota", ma nel tempo è stato presto preso ad esempio come modello di studio e approfondimento in Italia e all'estero. Un rapporto che indica quanto ancora ci sia da fare per migliorare le performance ambientali dei nostri centri urbani. Le città possono essere il fulcro di un rinnovamento radicale del Paese, ma affinché ciò avvenga serve, ancor prima dei singoli provvedimenti, una sintesi che superi questa frammentazione e mostri una nuova capacità politica di pensare e di immaginare un modo nuovo di usare il territorio e consumare l'energia, un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, spazi pubblici più sicuri, più silenziosi, più salutari, più efficienti e meno alienanti, dove si creino le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del vicinato, del quartiere, della comunità. Agli amministratori il compito di scegliere nuovi modelli, di cambiare decisamente i dati di Ecosistema Urbano e, soprattutto, di rigenerare le città".

Per valutare la velocità o la lentezza del cambiamento dei centri urbani, il rapporto sul ventennale di Ecosistema Urbano ha confrontato i dati 2003-2011 delle 15 città italiane (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona) con più di 200mila abitanti e che insieme hanno una popolazione pari a un sesto di quella complessiva del Paese. Per il confronto sono stati presi in esame 10 indicatori, tra i quali citiamo: Trasporto Pubblico: i dati che emergono indicano un sistema di trasporto pubblico "al palo", fermo e in grave crisi. I miglioramenti registrati in questi anni sono stati minimi, e l'auto privata resta il mezzo preferito dagli italiani per spostarsi nei centri urbani. Tra le grandi città, se Roma nel 2003 vantava 499 viaggi per abitante all'anno, oggi è arrivata appena a 519 viaggi/ab./anno, così come Milano che da 404 viaggi/ab./anno del 2003, si attesta oggi a 456 viaggi/ab./anno. Colpisce il calo di Catania, Palermo e Trieste, bene invece Firenze e Padova. Minimi miglioramenti si registrano tra le medie città. Ad esempio Trento nel 2011 registra solo 182 viaggi/ab./anno, nel 2003 ne vantava 153 viaggi per abitante all'anno. Tra le piccole città, Siena, che dal 2003 è prima nella classifica di Ecosistema Urbano nel settore dei trasporti pubblici, ha addirittura registrato un calo medio passando dai 238 viaggi per abitante all'anno (2003) ai 212 viaggi procapite all'anno (2011). Nel complesso l'auto resta dunque il mezzo di trasporto più amato dai cittadini e il tasso di motorizzazione è rimasto stabile nel tempo: nei capoluoghi di provincia è di 63,8 auto ogni 100 abitanti nel 2011 (E.U. XIX ed.). Era di 60 auto ogni 100 abitanti nel 1993 e 62 nel 2003 (E.U 2005). Il discorso non migliora se si passa alle isole pedonali e alle piste ciclabili. Se nel 2003 erano 85 i capoluoghi che adottavano le isoli pedonali e avevano un'estensione media di 0,20 metri quadrati per abitante, oggi ad averne istituita almeno una sono 98 capoluoghi esaminati su 104 mentre l'estensione è cresciuta di poco, 0,34 metri quadrati per abitante. Per quanto riguarda le piste ciclabili nonostante il trend di crescita degli ultimi anni, le città italiane rimangono ancora indietro rispetto alle capitali europee: basti pensare che tre sole città europee (Helsinki con 1.500 km, Stoccolma e Hannover con 750 ciascuna) eguagliano i 104 capoluoghi italiani. Tra le quindici città prese in esame da segnalare la crescita di Milano, Torino e Padova.

"Il rilancio del trasporto pubblico - spiega Mirko Laurenti, responsabile rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente - sarà la principale sfida che le amministrazioni dovranno affrontare. Ripensare il sistema della mobilità urbana vuol dire pensare a reti integrate fatte di corsie preferenziali per i mezzi pubblici, ma anche di percorsi pedonali-ciclabili chiusi al transito delle auto. Significa dunque immaginare delle nuove città ridisegnando l'attuale modello urbano, guardando davvero verso quelle Smart Cities che, nel nostro Paese, sono ancora lontane. E la manifestazione di #Mobilità Nuova, svoltasi sabato nel capoluogo lombardo, va in questa direzione e dimostra che da parte dei cittadini, dei tanti pedoni, pedali e pendolari, c'è la voglia di raccogliere questa sfida ribadendo a Governo e amministratori locali la necessità di incentivare il settore del trasporto urbano sostenendo, attraverso scelte strategiche, le persone che ogni giorno si muovono usando i mezzi urbani, la bici o le proprie gambe e dando a chi usa l'auto l'opportunità di scegliere un'alternativa più efficiente, sicura ed economica. Ma per far ciò serve impegno e coraggio da parte di tutti, solo in questo modo si potrà invertire quel trend negativo, quello stallo ormai cronico, che Ecosistema Urbano ha registrato nel settore nella mobilità alternativa".

Tra gli altri indicatori segnaliamo. Polveri Sottili (Pm10): le 15 città campione registrano un trend altalenante. Milano e Torino si confermano ancora al di là della media dei 40 mg/mc attestandosi oltre i 50 mg/mc di media. Bene invece Bari, Bologna, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Venezia e Verona che migliorano costantemente abbassando i valori medi annui. Ad esempio nel 2003 Genova partiva da 67,3 mg/mc di media, mentre oggi si attesta a 26,5 mg/mc, confermandosi (per il quinto anno consecutivo, dal 2007) molto al di sotto dei limiti per la protezione della salute umana. Nel capoluogo ligure ha inciso la dislocazione degli scarichi delle navi mercantili del porto.

Consumi idrici - nei capoluoghi campioni presi in esame si registra un miglioramento positivo e costante. Quasi tutte le città ridimensionano, infatti, il consumo medio per abitante al giorno di acqua potabile. Positive le flessioni dei consumi giornalieri di acqua potabile di Genova, Napoli, Venezia e Verona. Eccezioni negative sono Catania e Messina, dove i cittadini hanno progressivamente aumentato il consumo di acqua potabile medio giornaliero. Male anche Palermo i cui valori medi rimangano invariati dal 2003 ad oggi.

Capacità di depurare i reflui: si registra un generale miglioramento: se nel 2003 erano 10 i capoluoghi di provincia che dichiaravano di depurare meno del 50% dei reflui e 38 quelli che avviavano al depuratore più del 95% delle acque nere; nel 2011 sono 6 le città che dichiarano di avviare al depuratore meno del 50% delle acque di fogna e 47 i capoluoghi che sono in grado di servire con il depuratore più del 95% degli abitanti. In particolare tra le 15 città esaminate, Milano (che dal 2003 ha poi attivato al meglio i suoi impianti con vari passaggi) e Padova mostrano i miglioramenti più evidenti, mentre Catania è ferma poco sopra al 20% di capacità di depurazione: era al 21% nel 2003, al 23% nel 2007 e al 24% nell'ultimo rapporto (dati 2011).

Produzione rifiuti urbani e raccolta differenziata: la prima ha registrato nel corso degli anni un calo altalenante, legato presumibilmente alla sopraggiunta crisi economica. La seconda ha, invece, avuto un andamento più dinamico: nei capoluoghi italiani la media della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti è da sempre in crescita. Nel 2003 (dati E.U. 2005) era al 18,3%, oggi (dati 2011, E.U. XIX ed.) si attesta su una media (ponderata) di 37,9%. Resta però ancora da centrare l'obbiettivo normativo del 60% di Rd, fissato per il 2011. Nessuna delle 15 città esaminate lo raggiunge, quella che vi si avvicina di più è Verona (52,7% di Rd) mentre nel 2003 registrava una media di Rd appena del 23,5%. Imbarazzanti invece le medie di rifiuti raccolti in modo differenziato da Palermo al 9,8% (era al 3,2% nel 2003); Catania al 7,4% (ma era appena al 2,5% nel 2003); Messina al 6,3% (ma nel 2003 era al 2,7% di Rd).
Tommaso Tautonico
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