17/11/2016 - 21:11

Legambiente: i cambiamenti climatici? Colpa delle fonti fossili. Investiamo nelle rinnovabili

Tra i Paesi del G7 l’Italia è quello con i maggiori sussidi alle fonti fossili in rapporto al Pil. Lo dice Legambiente

La causa principale dei cambiamenti climatici? Le fonti fossili. A sostenerlo è Legambiente nel suo dossier Stop sussidi alle fonti fossili, presentato oggi in occasione della Cop22, la conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici in corso a Marrakech.
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La causa principale dei cambiamenti climatici? Le fonti fossili. A sostenerlo è Legambiente nel suo dossier Stop sussidi alle fonti fossili, presentato oggi in occasione della Cop22, la conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici in corso a Marrakech.  Per risollevare le sorti del Pianeta è quindi necessario fermare i sussidi alle fonti fossili e accelerare il processo di decarbonizzazione delle economie. Solo così, sostiene Legambiente, si potrebbero ridurre le emissioni di CO2 di 750 milioni di tonnellate (5,8% delle emissioni globali al 2020) contribuendo al raggiungimento della metà dell’obiettivo climatico necessario a contenere l’aumento di temperatura globale di 2°C.

Il dossier di Legambiente si sofferma poi sull’importanza delle fonti rinnovabili  una alternativa concreta e sempre più conveniente a quelle fossili: semplicemente assurdo che l’estrazione e il consumo di petrolio, carbone e gas ancora beneficino di sussidi, fa presente l’associazione ambientalista. In Italia sono 14,8 miliardi di euro i sussidi diretti o indiretti che ogni anno vengono destinati alle fonti fossili, al consumo o alla produzione, da esoneri dall’accisa a sconti e finanziamenti per opere, distribuiti tra autotrasportatori, centrali per fonti fossili e imprese energivore e aziende petrolifere. Tutte attività che inquinano l'aria, danneggiano la salute e sono la principale causa dei cambiamenti climaticiNella nebbia del bilancio dello Stato vi sono altri sussidi indiretti che non sono stati inseriti nel computo perché ancora di incerta applicazione o perché difficilmente paragonabili con gli altri, come le risorse investite dallo Stato in strade e autostrade. Ma non è tutto.  Secondo l'ultimo rapporto di InfluenceMap, tra i paesi del G7 l’Italia è quello con i maggiori sussidi alle fonti fossili in rapporto al PIL. Siamo allo 0,63% a fronte di una media europea dello 0,17% e molto oltre lo 0,20% degli Stati Uniti e lo 0,23% della Germania.

Il nostro Paese continua a comportarsi come se il problema dei sussidi alle fonti fossili semplicemente non esistesse, quando tutte le istituzioni internazionali hanno messo in evidenza come siano una barriera per lo sviluppo di un economia de carbonizzata” ha detto il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini. “Anche la legge di Stabilità 2017 ignora l’argomento e prevede ancora sussidi diretti e indiretti alle fossili. Eppure, oggi le energie pulite sono competitive da un punto di vista dei costi e cancellando questi sussidi potrebbero crescere anche senza incentivi. Né si comprende perché il nostro Paese debba continuare a dare miliardi di euro all’autotrasporto, come ai grandi consumatori, senza alcun vincolo di investimento in riduzione dei consumi di combustibili fossili" ha aggiunto Zanchini. 

Chiediamo a Renzi di vincere le pressioni delle lobby e di cancellare rendite e sussidi di cui beneficiano le fonti fossili. Dopo la vittoria negli Stati Uniti di Trump, il mondo ha bisogno di scelte chiare per fermare i cambiamenti climatici. Prendere questa decisione prima della chiusura del vertice di Marrakech, può essere una straordinaria occasione per far assumere all’Italia un ruolo da protagonista nell’impegno contro i cambiamenti climatici in Europa e nel mondo” ha concluso Zanchini. 

Rosamaria Freda
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