01/01/2013 - 01:00

Legambiente: bilancio Goletta dei laghi

Il bilancio conclusivo della Goletta dei Laghi di Legambiente, la campagna di monitoraggio scientifico sullo stato di salute dei laghi italiani, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati), non è per nulla confortante.
Complessivamente sono 46 su 58 sono i campioni risultati fortemente inquinati, cioè con concentrazione di batteri fecali pari almeno al doppio del limite di legge, mentre sono 38 le foci di fiumi e torrenti risultate fuori legge a conferma che i problemi dei laghi sono causati anche dagli scarichi dei comuni dell'entroterra.
La maglia nera va ai laghi lombardi di Como e Iseo.
Inaspettato anche l'inquinamento rilevato nel Lago di Garda, con ben 17 punti inquinati.
Dei 10 punti critici sulla sponda lombarda, sono risultati fortemente inquinati i campioni prelevati a Tignale, Toscolano Maderno, Salò, Moniga del Garda, 2 punti a Desenzano del Garda e 2 a Sirmione, mentre sono risultati inquinati quelli di Tremosine e Limone del Garda.

In quella veneta sono 6 le aree critiche: sono risultati fortemente inquinati i campioni di Bardolino, Peschiera del Garda, Lazise e 2 punti prelevati a Castelnuovo del Garda; inquinato il campione di Garda.
Infine, in Trentino è stato rilevato un punto inquinato a Torbole.
I parametri indagati da queste indagini sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell'acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).
"L'inquinamento da scarichi fognari non depurati nei laghi italiani rappresenta ormai una cronica emergenza nazionale - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. L'Italia affronti seriamente questo problema invece di aggirarlo con operazioni furbesche, come fatto con la nuova legge sulla balneazione, molto più 'generosa' della precedente. Per chiudere questa pagina vergognosa occorre procedere alla costruzione di fognature e depuratori ma serve la volontà politica da parte del Governo e degli enti locali, lo stanziamento di adeguate risorse economiche e la certezza normativa, che la nuova legge di riforma degli Ambiti Territoriali Ottimali purtroppo non garantisce. Non c'è più tempo da perdere: il nostro Paese è in procedura d'infrazione europea per il mancato trattamento delle acque reflue che interessa il 30% dei cittadini, pari a ben 18 milioni di italiani. Il Governo attivi una task force con le amministrazioni locali per sanare in tempi brevi questa ferita, anche per evitare le multe salate che pagherebbero i cittadini italiani senza alcuna speranza di condono, scorciatoia che il nostro Paese conosce purtroppo molto bene".

"Anche sul Garda le foci dei torrenti e gli scarichi abusivi si confermano i nemici del lago - ha spiegato Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi e direttrice di Legambiente Lombardia -. Sono anni che sentiamo parlare di adeguamento e potenziamento del depuratore Garda Uno, del problema irrisolto degli sfioratori di piena e dei rischi connessi all'ormai datato collettore sub-lacuale Maderno-Torri ma alle parole non sono seguiti i fatti. Lo stesso immobilismo lo abbiamo riscontrato sugli altri laghi lombardi a partire dal Lario, in particolare sulla sponda comasca, e dall'Iseo, senza dimenticare il Lugano e il Varese, il cui inquinamento cronico è davvero imbarazzante per la Regione più ricca del Paese. A proposito di depurazione ci piacerebbe che la Regione Lombardia e le amministrazioni locali dimostrassero la stessa determinazione manifestata negli anni scorsi per la realizzazione dell'ennesima autostrada o di un grande evento come l'Expò".

"Anche il COOU come Legambiente contribuisce alla protezione dei laghi italiani - ha aggiunto Antonio Mastrostefano, direttore strategie, comunicazioni e sistemi COOU - e lo fa raccogliendo su tutto il territorio nazionale l'olio lubrificante usato, un rifiuto molto pericoloso, che se non gestito correttamente rischia di inquinare anche i laghi dove a volte viene gettato a causa di comportamenti irresponsabili. 4 kg di olio lubrificante usato versati in acqua si spandono fino a coprire una superficie pari a sei piscine olimpiche. Raccogliendo l'olio lubrificante usato il COOU non solo libera l'ambiente da un pericoloso inquinante, ma lo rigenera trasformandolo in olio nuovo. In 26 anni di attività il COOU ha smaltito oltre 4 milioni di tonnellate di olio usato attraverso il processo di rigenerazione, riducendo così anche il fabbisogno di petrolio per un valore di circa 2 miliardi di euro".
Lisa Zillio
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