01/01/2013 - 01:00

Le aree protette come soluzione al climate change

E' stato presentato durante la seconda giornata della COP15 di Copenaghen il rapporto 'Soluzioni naturali: le aree protette per aiutare le persone a far fronte ai cambiamenti climatici', redatto dall'Unione conservazione della natura (Iucn), dal programma ambiente delle Nazioni Unite (Unep), dalla Societa' di conservazione della natura, dalla Banca Mondiale e dal Wwf.
Nella prefazione, scritta da Lord Nicholas Stern, si legge che "le aree protette contribuiscono in modo significativo a ridurre gli impatti del cambiamento climatico e cio' che e' necessario per fare ancora di piu'".
Le aree protette, quindi, come un'innovativa soluzione naturale per combattere il climate change?
Le aree protette non solo conservano circa 312 Gigatonnellate di carbonio terrestre (circa il 15% delle scorte mondiali), ma svolgono anche il ruolo di barriera naturale contro gli impatti climatici e altri disastri (danno la possibilita' alle acque alluvionali di disperdersi, stabilizzano il suolo contro le frane, bloccano le mareggiate...) e forniscono cibo, acqua potabile, ripari alle comunita'.
Ad esempio, i 39 parchi nazionali canadesi catturano piu' di quattro miliardi di tonnellate di anidride carbonica mentre le aree protette dell'Amazzonia sono in grado di prevenire 670.000 km di deforestazione entro il 2050 (ovvero otto miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica risparmiate).
Inoltre, e' stato stimato che le zone umide costiere negli Stati Uniti forniscono 23,2 miliardi dollari l'anno in protezione contro le inondazioni da uragani.

 
Lisa Zillio
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