01/01/2013 - 01:00

La scomparsa degli squali mina il turismo australiano

Com'era gia' successo per i leoni in Kenia, il gruppo ambientalista WWF ha citato uno studio in Australia in cui viene dimostrato che uno squalo vivo vale, in dollari turistici, molto di piu' rispetto ai proventi che possono derivare dalla loro pesca ma, nonostante questo, la popolazione di squali nelle acque australiane continua a declinare.
Secondo una ricerca dell'universita' James Cook a Townsville la prospettiva di avvistare uno squalo e' una delle grandi attrazione per gli appassionati di nuoto subacqueo.
A Cairns e a Port Douglas, presso la Grande barriera corallina nel nordest dell'Australia, fino al 25% della spesa media di un visitatore, circa 825 euro, sono dedicati all'opportunita' di vedere questi animali.
Nick Heath, portavoce di Wwf Australia, evidenzia pero' la netta riduzione della popolazione di squali in alcune parti della barriera corallina dal 3 al 12% rispetto alle dimensioni originali.
"Dobbiamo fare di piu' per proteggere questi supremi predatori, se non per il bene dell'ambiente, per il loro valore in dollari. Un avvistamento garantito vale oro per l'industria del turismo" ha poi concluso Heath.
Il repentino declino della popolazione di squali e' dovuto principalmente alla pesca intensiva praticata nel nord del Queensland, anche all'interno dell'area della Grande barriera corallina.
Ogni anno, infatti, vengono pescati solo in quest'area oltre 70 mila squali.

 
Lisa Zillio
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