01/01/2013 - 01:00

La mappa della malapesca italiana

LAV, Legambiente e Marevivo hanno lanciato attraverso il dossier-denuncia "La pesca Illegale, Non documentata e non Regolamentata nell'Unione Europea: il caso delle derivanti italiane" l'allarme sugli illeciti che stanno affondando la pesca italiana.
 
300 sono i pescherecci che negli ultimi 6 anni hanno utilizzato in Italia le reti spadare (messe al bando dalle  Nazioni unite e dal 2002 in tutta l'Unione europea) e le ferrettare; già 37 sono quelle sanzioniate solo nella prima metà del 2010.
"La Pesca Illegale, Non dichiarata e Non documentata (Pesca INN) - hanno spiegato le associazioni - contribuisce allo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, danneggia gli ecosistemi marini (moltissime sono infatti le specie protette o a rischio estinzione che vengono accidentalmente catturate con questi attrezzi, ndr) e costituisce una forma di concorrenza sleale nei confronti dei pescatori onesti. Si stima che il volume d'affari della pesca illegale a livello mondiale possa essere superiore a 10 miliardi di euro".
 
"In Italia il problema è aggravato dalla mancata applicazione di sanzioni efficaci che non consente di intensificare le misure repressive - hanno dichiarato i rappresentanti di Lav, Legambiente e Marevivo - A ciò si aggiungono gli atteggiamenti di tolleranza, talvolta al confine con la compiacenza che spesso si riscontrano da parte delle autorità italiane nei confronti di chi opera al di fuori delle norme". 
"Il ripristino della legalità nella pesca non solo è una condizione indispensabile per il recupero degli ecosistemi marini ma è anche un elemento imprescindibile per lo sviluppo di una pesca realmente sostenibile - hanno aggiunto LAV, Legambiente e Marevivo - E' nell'interesse della parte sana del settore garantire che chi viola le regole venga escluso dalle attività di pesca. Per questo l'applicazione delle nuove sanzioni previste dall'Unione Europea nei confronti di cittadini e pescherecci europei coinvolti nella pesca INN potrebbe costituire un serio deterrente alla pesca pirata".
 
A questo proposito l'Unione Europea ha approvato un nuovo regolamento sulla Pesca INN entrato in vigore il 1 gennaio 2010. 
"E' necessario, pertanto - hanno concluso le associazioni ambientaliste - che la Commissione Europea applichi all'Italia la sanzioni previste dal Regolamento INN che prevedono la sospensione degli aiuti comunitari destinati alla pesca e l'inserimento in lista nera dei pescherecci pirata. Solo attraverso un'azione decisa, infatti, si potrà sradicare il fenomeno delle reti derivanti illegali dai porti italiani e dimostrare agli operatori e all'opinione pubblica l'impegno concreto dell'Unione Europea contro la pesca illegale".
Lisa Zillio
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